Gds: “Cuori rosanero. Cecconi «Città e maglia danno emozioni speciali, sarei rimasto anche a vita»”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Luca Cecconi, ex calciatore del Palermo:
«Gara ad Avellino nello stesso giorno della strage di Capaci? Onestamente ammetto che non avemmo la consapevolezza di quello che era accaduto al giudice Falcone. Pensavamo alla partita. Anche perché in quei tempi a Palermo la percezione di quanto stava accadendo era diversa. Non era il primo attentato. Col tempo capii la gravità di quello che era successo».
«Avevamo molti giovani che il Palermo poi vendette bene: Centofanti, Rizzolo, Modica e Bresciano. Qualcuno era un po’ superficiale, anche in allenamento, così in casa ci esaltavamo perché avevamo grandi qualità. In trasferta non riuscivamo ad avere la giusta cattiveria e forse giocavamo un po’troppo chiusi. Il Palermo era stato appena promosso in B e forse i tifosi si aspettavano un giocatore dal nome altisonante. E poi cominciai male, anche perché ero reduce da un infortunio. Col tempo ingranai e divenni un punto fisso, la gente cominciò a volermi bene. E io cominciai ad amare Palermo. Soprattutto l’anno dopo, quando vincemmo il campionato con Orazi in panchina e poi anche la Coppa Italia di C. Eravamo un gruppo granitico, si respirava una bella aria attorno alla squadra. Se fossi rimasto ancora avrei messo casa a Palermo, ci avrei vissuto per tutta la vita. Giocare qui è diverso».
«Dalle altre parti giochi per il club. Quando giochi nel Palermo hai la sensazione di giocare per una intera città, per tutta la sua gente. E questo ti dà una carica speciale. Mi è dispiaciuto perché il presidente era mio amico. Ma sembra che non fossi gradito ad alcuni procuratori, che non fossi troppo disponibile. Seguo il Palermo e ne sono rimasto un tifoso. Il fallimento ha sorpreso anche me. Non pensavo che quest’anno sarebbe andato in Serie B, ma ero sicuro che in classifica sarebbe finito alle spalle di Ternana e Bari».