Gds: “Cuori rosanero. Bombardini «Play-boy? Mi piaceva stare in giro, ma c’era Perinetti a vigilare. Che gruppo quando vincemmo la C, quella squadra ora arriverebbe prima facilmente»”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Davide Bombardini, ex attaccante del Palermo.
«Pur avendo girato molto a Palermo mi sono sempre sentito a casa, una strana sensazione. Barbera? Uno stadio che mi ha sempre dato grandi sensazioni, quando uscivo dal sottopassaggio speravo di vederlo pieno, era adrenalinico. Quando scattavo sulla fascia il boato della gente mi dava una forza straordinaria.
Ero molto combattuto, sapevo che Zamparini a Palermo avrebbe fatto grandi cose e che sarebbe andato presto in A, ma avevo anche la possibilità di giocare con Totti, Cassano, con una squadra fortissima.
E volevo giocarmela. Insomma feci otto presenze all’andata e andai sul mercato con l’idea di tornare a Palermo dove Arrigoni mi stimava. Foschi mi contattò, mi offrì un buon contratto e gli chiesi solo di non prendermi in prestito, non volevo sentirmi di passaggio. Ebbi la sua parola, ma a venti minuti dalla chiusura del mercato di gennaio si rimangiò tutto, mi disse che poteva prendermi solo in prestito con una riduzione nel contratto. Se non me lo avesse detto a venti minuti dalla chiusura del mercato forse lo avrei anche accettato perché volevo fortemente Palermo, ma mi scoppiò la testa e dissi di no. I tifosi rosanero la presero male, come se avessi rifiutato io e quando l’anno dopo tornai con la maglia della Salernitana mi fischiarono. Feci una grande partita per dimostrare il mio valore a Foschi, la gente capì e chiesi a Pioli di tirarmi fuori a pochi minuti dalla fine. Volevo vedere cosa accadeva e accadde che uscì dal campo tra gli applausi».
«Ci sono state due donne palermitane molti importanti nella mia vita, lo ammetto. A quei tempi si usciva la sera, ma senza mai esagerare. Perinetti ci raccomandava discrezione. Eravamo un bel gruppo, con Cappioli, Sicignano, La Grotteria. Ogni tanto dovevamo cercare Palumbo che spariva per qualche giorno…».
«Differenze con oggi? Tutto diverso, oggi la squadra con cui vinsi il
campionato a Palermo vincerebbe la C con venti punti di vantaggio. Cappioli veniva da quindici anni di A e fece sedici gol, ma tutto il gruppo era di grande personalità».
«È vero, questa è una città speciale. Nel bene e nel male Palermo te la porti sempre dietro.
Con i suoi eccessi, ci rimani sempre legato. Seguo sempre le vicende dei rosa, lo scorso anno ho conosciuto Mirri e mi ha fatto una bella impressione. La classifica non mi sembra felice, non conosco bene la situazione tecnica per giudicare quello che non sta funzionando. Certo con una sola promozione diretta è dura. Mi sento di dire che è giusto programmare ma Palermo è una di quelle città in cui il fuoco della passione va sempre tenuto acceso».