Gds: “Crack vecchio Palermo calcio: «Il commercialista era la mente»”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul crack del vecchio Palermo.
La sentenza emessa dal Tribunale di Palermo ha condannato Anastasio Morosi, commercialista e ex presidente del collegio sindacale del Palermo Calcio, a 4 anni e 4 mesi di reclusione per il suo coinvolgimento nelle operazioni finanziarie condotte sotto la guida di Maurizio Zamparini. Secondo i giudici, queste operazioni rappresentavano un artificio contabile orchestrato da Zamparini con il sostegno attivo di Morosi per mascherare il grave deficit patrimoniale della società e aggirare le normative federali e del codice civile per le società professionistiche. L’inchiesta ha evidenziato come Morosi, nel suo ruolo di fiduciario, abbia consapevolmente contribuito a fornire una rappresentazione alterata della situazione finanziaria della squadra, inserendo voci fittizie all’interno del bilancio.
La relazione tra Zamparini e Morosi è stata centrale nella vicenda, con il commercialista che, da consulente di lunga data del patron friulano, avrebbe suggerito strategie per nascondere il deficit finanziario, anche tramite cessioni fittizie del marchio. Secondo l’accusa, Morosi avrebbe realizzato una consulenza specifica per la doppia cessione del marchio del Palermo, prima alla Mepal e poi alla Alyssa, società lussemburghesi riconducibili alla sfera di Zamparini. Queste cessioni simulate erano mirate a conferire un’apparenza di stabilità ai conti della società per ottenere l’iscrizione ai campionati, proteggendo al contempo il patrimonio sportivo dalle esecuzioni erariali. Tuttavia, nel processo, solo Morosi è stato ritenuto colpevole, mentre altri coinvolti, tra cui Enzo Caimi e Alessandra Bonometti, segretaria di Zamparini, sono stati assolti.