Gds: “Confusione, Var e un pari amaro. Il Palermo sbatte sul Benevento”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul pareggio maturato ieri al Barbera tra Palermo e Benevento.

Dal tripudio ai fischi in un minuto esatto. A conferma che nel calcio l’unica cosa che conta è la vittoria. Che importa poi come giochi? Se il Var non avesse annullato il gol di Broh per un precedente tocco di braccio di Segre, cosa sarebbe importato agli oltre ventun mila fans del Barbera se fino al 95° il Palermo aveva balbettato, in preda alla paura e frenato da una vistosa flessione atletica? Cosa sarebbe importato se fino al 95′ quando Broh ha scaricato in rete da pochi passi consentendo ai rosa di superare il Benevento, la squadra campana seppuse ultima in classifica e con un piede in C aveva fatto meglio, mettendo a nudo tutta la crisi di una squadra che non ne vuole più? Che vuole andare in vacanza, che è terrorizzata dalla possibilità assai remota di finire in C e che nonostante se stessa resta beffardamente in corsa per i play-off.

Il Pisa è a due punti e non è detto che oggi batta il Bari e la Reggina potrebbe subire una nuova penalizzazione. Dunque è dalla fine che dobbiamo iniziare il racconto di questo pazzo pomeriggio di fine stagione. Dal minuto 94, quando col Benevento tutto in avanti in cerca della vittoria (questo pari non serve a nulla ai campani), il Palermo ha trovato una ripartenza in verticale e Segre s’è trovato tutto solo davanti a Manfredini, Maha calciato male, centralmente, facendosi respingere la battuta ravvicinata, sul rimpallo Broh ha calciato forte ed ha segnato mandando in visibilio il pubblico rosanero.

Applausi, cori, palla a centrocampo mentre l’arbitro Maggioni ha aspettato il Var. Poi la brutta notizia, sulla respinta di Manfredini la palla ha carambolato sul braccio dello stesso Segre e poi è sfilata sui piedi di Broh. Gol annullato e fine della partita.  E in pochi istanti gli applausi si sono trasformati in fischi, l’amore in rancore, la speranza in rimpianto. «Meritiamo di più cantava la curva Nord, che nonostante il ko di Venezia aveva garantito una coreografia da Serie A. E qualcuno ha ricordato che in fondo, con sette punti di vantaggio sulla quintultima, la salvezza è più vicina.