L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritorno di Arkus Network. La società ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale della Sicilia, chiedendo l’estromissione della neonata SSD Palermo dalla Serie D e l’annullamento del bando con cui il sindaco ha affidato alla Hera Hora di Mirri e Di Piazza la rinascita rosanero. Le tesi sono già note da tempo: l’originale della fideiussione da 800mila euro non sarebbe stata depositata «a causa di una truffa ad opera del broker assicurativo subita all’immediata vigilia della scadenza», ma la Covisoc ha elencato in cinque pagine gli inadempimenti del club escluso dal calcio professionistico lo scorso 12 luglio. Provvedimenti «pienamente illegittimi», per la società di Tuttolomondo, «nonché gravemente e irreparabilmente lesivi». I legali contestano una violazione delle norme perché «non è ancora intervenuta una pronuncia in forza della quale si possa ritenere definitiva la non ammissione in Serie B». In sede sportiva, in realtà, l’iter si è esaurito col definitivo «no» del Collegio di garanzia dello sport del Coni. Al Tar è stata respinta una prima istanza cautelare per non pregiudicare lo svincolo dei tesserati e il 9 settembre si tornerà in aula. Il vecchio Palermo lamenta un eccesso di potere da parte del Comune «in spregio ad ogni valutazione circa la posizione della società calcistica, che da sempre rappresenta la prima squadra della città». Società, che secondo gli avvocati delegati dal presidente Bergamo, «sta lottando per garantire alla città di essere rappresentata in Serie B». Ma il 22 agosto andrà in scena la prima udienza per scongiurare il fallimento.