L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara con l’Ascoli persa nel girone di andata.
È stata la prima sconfitta in campionato, ma anche la più importante per capire una realtà difficile come la Serie B e costruire una squadra in grado di affrontarla. Un girone fa, in una calda serata di fine agosto, sul Barbera si abbatteva il ciclone Gondo, che con una tripletta consentì all’Ascoli di vincere 3-2. 19 partite dopo molte cose sono cambiate: il Palermo, dopo tante difficoltà, ha imparato la lezione e arriva alla sfida di sabato con due punti in più dei bianconeri.
Il sorpasso si è concretizzato solo nell’ultimo turno, ma è figlio di momenti di forma opposti: sette risultati utili consecutivi per il Palermo, una sola vittoria nelle ultime dieci (cinque pareggi e quattro sconfitte) per l’Ascoli. Un simile cambiamento per i rosanero difficilmente sarebbe arriva-to senza la debacle dell’andata: il campo, giudice inconfutabile, di-chiarò che quella formazione, composta per gran pane dagli eroi della promozione, avrebbe avuto problemi a districarsi nella serie cadetta.
Degli undici che hanno battuto il Bari solo cinque erano titolari il 27 agosto: Pigliacelli, Nedelcearu, Damiani, Valente e Brunori. Gli altri si divi-dono tra infortunati (Elia e Buttaro), seconde scelte (Broh), ceduti (Floriano e Crivello) e cedibili ( Lancini). Era un Palermo in costruzione, che vide l’esordio dalla panchina di Stulac e Segre (con assist del primo per il colpo di testa del secondo), come anche di Di Mariano. Qualche giorno dopo sarebbero arrivati anche Saric, proprio dall’Ascoli, e lo svinco-lato Mateju.