L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla del processo a carico di Maurizio Zamparini e della richiesta dell’ex patron del Palermo. Ecco quanto si legge in un estratto:
“Cambia avvocati con la stessa facilità con cui licenziava gli allenatori. Maurizio Zamparini non va in aula ma fa sentire la propria presenza e i suoi nuovi legali (subentrati ai precedenti, che in verità hanno rinunciato al mandato) ieri hanno chiesto – così come il pm Dario Scaletta – un rinvio lungo, in modo da arrivare a una eventuale «riunione» del procedimento ancora in fase di udienza preliminare e in corso davanti al Gup Michele Guarnotta. Potrebbe dunque crescere, portandolo fino a un massimo di otto, il numero dei coimputati dell’ex presidente ed ex proprietario del «vecchio» club rosanero, l’Unione sportiva Città di Palermo, recentemente dichiarata fallita dal tribunale. Zamparini è imputato da solo davanti alla quarta sezione del Tribunale: ieri il dibattimento è stato incardinato, con l’ammissione di quasi tutti i documenti prodotti dal pool composto dai pm Scaletta, Andrea Fusco e Francesca Dessì e coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca. L’ex patron, che fu mandato a giudizio prima degli altri, in immediato, perché era ai domiciliari, risponde di false comunicazioni alla Covisoc, commissione di vigilanza sulle società calcistiche professionistiche, e di falsi nei bilanci 2014, 2015 e 2016. Sono le violazioni per cui era possibile processarlo celermente mentre era «ristretto». Assieme a questi c’erano però altri reati-satellite, contestati in via principale all’ex presidente Giovanni Giammarva, agli ex sindaci Enzo Caimi, Michele Vendrame, Antonio Lo Mauro e Andrea Favatella; ad Alessandra Bonometti, segretaria del gruppo imprenditoriale che fa capo a Zamparini, al commercialista Anastasio Morosi. Gli addebiti sono contestati quasi tutti in concorso con l’ex amministratore delegato, ma i ruoli sono diversi per ciascuno dei sette imputati: Morosi fu autore di relazioni e suggerimenti sulle azioni da svolgere; la Bonometti fece anche da procuratore speciale nella cessione del marchio alla Mepal, questione al centro dell’indagine principale della Guardia di Finanza, con la successiva vendita della partecipazione del Palermo. I sindaci invece non si sarebbero accorti – secondo l’accusa – di tante irregolarità. Il recente fallimento potrebbe cambiare poi qualcos’altro. Ma questa è una storia ancora tutta da scrivere”.