L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla guerra in Ucraina.
I corridoi umanitari in Ucraina, almeno per il momento, sono saltati. Lasciando intrappolate centinaia di migliaia di civili nelle città del sud assediate dai russi, a partire da Mariupol. Sul fallimento della tregua c’è stato il prevedibile rimpallo di responsabilità fra Kiev e Mosca, ma l’unico dato certo è che le forze armate di Vladimir Putin hanno ripreso l’offensiva in grande stile. Solo un spiraglio si è aperto: la convocazione del terzo round di negoziati per domani.
La decima giornata di guerra si è aperta con l’annuncio della tregua da parte del ministero della Difesa russo, per fare uscire 200mila civili da Mariupol e 15mila da Volnovakha. In poco tempo, però, le speranze di un’evacuazione significativa sono state gelate. Le autorità locali della città portuale nel sud-est hanno annunciato un rinvio delle operazioni per motivi di sicurezza perché i russi hanno «continuato a bombardare». Tanto che i residenti in attesa di sfollare sono stati invitati a rientrare nei rifugi. Mentre le testimonianze per le strade davano conto di «bombe ogni 5 minuti» e file di auto in uscita dalla città fare precipitosamente marcia indietro. La stessa situazione di caos è stata registrata nella cittadina di Volnovakha, a metà strada tra Mariupol e Donetsk. Dove le autorità hanno spiegato che solo 400 persone sono riuscite a fuggire a causa dei raid.