Gds: “Biffi, il gigante dei record «La promozione in B nel ’91 resta il momento più bello»”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Robert Biffi, ex capitano del Palermo: «Giornate di squalifica? Ero proprio un cretino – commenta ora che vive e allena in Liguria – Pensa che ho pagato per le mie squalifiche oltre duecento milioni di lire di multe. Ma ero così, impulsivo. Non riuscivo a frenarmi. Forse andai via da casa troppo presto, i mie genitori me lo ripetono sempre. Dovevo restare ancora al Milan, dove il mio primo allenatore fu Capello. Lì forse sarei maturato meglio. Andai subito a Foggia e dopo qualche anno arrivai al Palermo che era stato promosso in C-1. In effetti la retrocessione dalla C1 alla C2 del 1997-98 (il Palermo fu poi ripescato per il fallimento dell’Ischia, ndc) non l’ho vissuta perché ero da tempo fuori squadra. Arcoleo, che era subentrato a Rumignani, non mi volle più perché era convinto che l’anno precedente avessi brigato per farlo esonerare. Ma non era vero. Comunque ad Ignazio voglio bene, mi ha insegnato a giocare a zona, l’anno del Palermo dei picciotti fu straordinario. Non capisco cosa accadde, cambiammo modulo,
con la difesa a tre non vincemmo per otto giornate, quell’anno potevamo andare in serie A».
«Cinque volte mentre ero a Palermo sono stato vicino alla A, Lippi mi voleva a Napoli ma poi prese Cruz. Ma non ho rimpianti, ho fatto la mia carriera, ho avuto la fortuna di giocare e vivere a Palermo e mi sarei voluto stabilire per sempre lì. Ma mia moglie lavora, ho due figli che studiano. In
ogni modo tornerei di corsa per allenare una formazione giovanile rosanero, il primo novembre sarò a Palermo per l’inaugurazione del museo e sarà una bella emozione. Il momento più bello il giorno della prima promozione in B nel 1991, dopo la vittoria con l’Andria. Ho ancora nelle
orecchie il boato del Barbera al fischio finale. Il momento più brutto,
l’ultima partita in maglia rosa, il 31 maggio del 1999, quando perdemmo
in casa il play-off per la B contro il Savoia. Fui espulso, buttammo via la
promozione dopo essere stati sempre in testa».
«Otto giornate di squalifica? Si accadde tutto nel sottopassaggio a fine gara. Avevano vinto e sfottevano Rumignani, che aveva allenato il Francavilla, con un ritornello; dissi di smetterla, un avversario prese per i capelli, mi girai e gli rifilai una testata in volto. Poi furono botte da orbi. Non riuscivo a frenarmi e gli arbitri mi avevano preso di mira».
«Con Ferrara avevo un bel rapporto, ma quante gliene ho combinate. Però
non mi ha mai tolto una multa…Intervento duro in Palermo-Milan? Ma non fu un intervento cattivo, entrai un po’ fuori tempo e Capello mi cominciò a urlare contro: io ti conosco, sei sempre lo stesso… e non la finiva più. Così lo mandai a quel paese».