L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta un’intervista realizzata al terzino del Palermo Roberto Crivello.
Ripartite con metà del gruppo dello scorso anno confermato, è la strada giusta?
«È stato importante, noi lo scorso anno abbiamo creato una famiglia
più che un gruppo.
Chi c’era l’anno scorso, adesso, deve creare la stessa cosa con i nuovi arrivati, perché è fondamentale per vincere i campionati.
Quest’anno sarà sicuramente più difficile, ma noi puntiamo a salire».
Da palermitano, sente una responsabilità in più quest’anno? «No, io mi tiro fuori da tutte queste pressioni, non me le vado a cercare. Già giocare a Palermo crea una pressione importante, siamo nella quinta città d’Italia. Da palermitano, semmai, sarei solo più felice a vincere qui».
Quest ’anno sembra destinato a tornare sulla fascia, giocare da centrale poteva allungarle la carriera? «Ho quasi 29 anni, sono ancora giovane e non posso pensare ad allungarmi la carriera. Altrimenti tra due anni smetto (ride, ndr). La società doveva intervenire, perché qui devono esserci 22 titolari e ben vengano giocatori forti. Sarà uno stimolo in più». Intanto, sia al centro che da terzino, avrà due nuovi concorrenti… «Marconi è stato il mio compagno di stanza, un bravissimo ragazzo e un giocatore forte. Corrado ha una buona gamba, mi sembra un buonissimo giocatore . La maglia da titolare, però, vuole comunque prendersela lei. «La voglia di prendersi questa maglia deve essere uguale per tutti. In questa squadra nessuno è indispensabile, nel calcio nessuno lo è, forse tolti Messi e Ronaldo. Dobbiamo tutti allenarci per giocare da titolari. Fino al sabato si pensa a livello personale, la domenica c’è il Palermo a prescindere da chi giochi».
L’impatto con Boscaglia com’è stato?
«Positivo. È un martello, ma gli piace anche fare la battuta e ci stiamo trovando bene con lui. Chiede a tutti di andare a 2000 all’ora, ma avere un allenatore che parli con noi in siciliano è anche qualcosa in più per il gruppo». D’altronde, in squadra, il dialetto è diventata la lingua madre… «Ormai qui ci sono dieci palermitani, mica solo quelli di nascita. Parliamo in dialetto pure con Santana, Floriano e Pelagotti, ci capiscono».
Passando al campionato: il Palermo può vincere?
«Il Bari è favorito, l’anno scorso ha fatto un gran campionato, ha speso
tanto e quest’anno spenderà ancora. Tutte le altre proveranno a fare bene,
noi cercheremo di vincere tutte le partite, ma sappiamo che la C è dura».
La Serie B è un sogno o un obiettivo? «Nessuno dei due. Aspettiamo il
calendario e il nostro obiettivo sarà fare i tre punti alla prima giornata. Non
ho preferenze sull’avversario da incontrare all’esordio, ma sicuramente
il derby col Catania vorrei giocarlo con i tifosi».
In passato ha mai assistito a questa sfida? «No e per me sarà emozionante, è da tanto che non si gioca questa sfida e sarà una guerra, come tutte le partite d’altronde. Sarà una B2, con tante squadre blasonate».