Gds: “Bar e negozi chiusi, l’Italia in letargo. Uscite limitate per cibo e farmaci”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle misure per arginare il Coronavirus. Conte chiude tutto, in tutta Italia. Dopo una giornata in cui i governatori del Nord, ma anche il siciliano Musumeci, sono andati in pressing per inasprire le misure anti-coronavirus, terrorizzati da un’altra impennata dei contagi, il premier ha firmato il decreto che fa scattare la chiusura di tutte le attività commerciali e di vendita al dettaglio. Resta aperto solo chi assicura beni di prima necessità» e fra questi anche le edicole, le tabaccherie e i benzinai. È il segnale che la lotta al virus è arrivata a uno snodo cruciale: o si inizia a invertire il trend dei contagi o davvero l’emergenza sarà incontrollabile. «Serviranno 2 settimane per valutare gli effetti di queste misure. Ma se i numeri dovessero continuare a crescere, fatto non improbabile, non significa che dovremo varare nuove misure, non sarà una corsa verso il baratro. Dovremo essere lucidi e responsabili e se tutti rispetteremo queste norme vinceremo questa battaglia» è il messaggio dell’inquilino di Palazzo Chigi. Dunque la mossa della disperazione è la chiusura di tutte le attività commerciali: «Chiudiamo negozi, bar, ristoranti, pub», è stato l’esordio del premier. Resta consentita solo la vendita a domicilio. E ovviamente restano aperte farmacie e parafarmacie e i supermercati: «Non ci sarà bisogno di una corsa all’acquisto dei generi di prima necessità» è l’avvertimento di Giuseppe Conte. Fra i servizi garantiti Conte ha citato «quelli bancari, postali, finanziari». Restano garantiti anche i trasporti e i servizi essenziali in genere. Le fabbriche potranno stare aperte malgrado il premier abbia esplicitamente suggerito di favorire il «lavoro agile», cioè fatto da casa. E di incentivare lo smaltimento di ferie e permessi. Per il resto «andranno chiusi tutti i reparti non indispensabili». Chiudono subito i saloni di parrucchieri ed estetisti e le mense che finora avevano resistito ai primi giri di vite. Restano confermate tutte le altre restrizioni in vigore già da domenica. Il punto è che, numeri alla mano, oggi il sistema sanitario siciliano non reggerebbe un boom di contagi in pochi giorni come quello vissuto in Lombardia, Veneto ed Emilia. Per questo motivo Musumeci ha già raccolto la disponibilità di alcune case di cura a mettere in campo i posti nelle cliniche. Il tutto mentre Razza sta passando al setaccio tutti gli ospedali in ogni provincia per individuare posti già vuoti o che si libereranno a giorni: lì verranno creati reparti specifici per curare chi verrà contagiato dal Covid 19. Di pari passo, quando da Roma arriveranno ventilatori e computer, verranno attivati nuovi posti in terapia intensiva nei presidi siciliani. Musumeci ha annunciato che un armatore ha offerto una nave da crociera da ancorare a Palermo e da poter in parte trasformare in reparto galleggiante (con almeno 100 posti) per il coronavirus: una soluzione che Musumeci valuta extrema ratio.