Gds: “«Artifizi per salvare il Palermo». Ecco cosa rischia Zamparini”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” torna a parlare del crac del Palermo di Zamparini. Come scrive il quotidiano, infatti, la vecchia società avrebbe dovuto alzare bandiera bianca già nel 2016 per via dei debiti già allora consistenti. Ecco quanto s

“Un crac all’orizzonte, con tre anni di ritardo. Il vecchio Palermo doveva alzare bandiera bianca «almeno dal 30 giugno 2016» (con un buco da 21,56 milioni) e «le illecite condotte degli amministratori» hanno causato danni per non meno di 16 milioni di euro. Il commercialista Giovanni La Croce, nominato dal Tribunale palermitano lo scorso 15 luglio per un’ispezione sui conti societari, non ha dubbi: «Non esiste altro rimedio che il fallimento». Ventisette pagine che pesano come macigni sulle spalle di Zamparini e Tuttolomondo, quelle della relazione preliminare che La Croce avrebbe dovuto depositare entro il 30 novembre. Ha preferito accelerare i tempi, invece, «in considerazione della gravità delle irregolarità riscontrate» e del deposito «di ben nove istanze di fallimento». Non solo quella dei pm, per la quale oggi si terrà la prima udienza, ma anche quelle dei calciatori e di altri creditori. Una celerità giustificata proprio per permettere «una tempestiva trasmissione dell’esito dell’ispezione sia alla Procura della Repubblica, sia al Tribunale fallimentare». Se non c’è alternativa al fallimento, Zamparini rischia di andare incontro alla bancarotta fraudolenta per «la violazione della par condicio creditorum». È questo lo scenario ipotizzato dall’ispettore, riferendosi all’ultimo capitolo della saga Dybala. Il Palermo aveva un debito da 7,5 milioni nei confronti della Pencil Hill Limited di Mascardi e nel gennaio 2018 un’altra società di Zamparini, la svizzera Std, si dichiara «cessionaria del suddetto credito» ma «agli atti non è stata reperita alcuna documentazione che comprovi l’acquisto del credito da parte di Pencil Hill» e non vi sono certezze sull’effettivo pagamento da parte di Std, che ha ceduto il credito ad Alyssa. Credito posto in parziale compensazione col famoso debito da 40 milioni verso il Palermo, ma l’operazione «è realizzata in un momento in cui era ancora pendente la precedente istruttoria fallimentare», il che significa aver violato la par condicio creditorum, avendo privilegiato un creditore inuna situazione che non lo permetteva”.