L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” evidenzia come ci siano ancora dei dubbi sul credito Alyssa. Nelle intercettazioni che vedono coinvolte Zamparini e altri soggetti «si manifesta in modo chiaro la natura fittizia dell’operazione, compiuta strumentalmente per mettere i conti in ordine, dissimulando la reale situazione economico-patrimoniale della società». Una versione che sarebbe anche confermata dal pagamento di «una cifra molto minore» rispetto a quella pattuita, facendo riferimento ai 17,2 milioni versati all’epoca della sentenza. Già a marzo si è arrivati a quota 20 milioni con l’impegno da parte della famiglia Zamparini, necessario per scongiurare una penalizzazione in classifica al Palermo. Sull’operazione Alyssa, la terza sezione della Suprema corte ha seguito una strada opposta rispetto alla sesta sezione, chiamata pronunciarsi sul ricorso della Procura di Caltanissetta sul ridimensionamento da parte del Riesame delle accuse rivolte al giudice Sidoti e all’ex presidente Giammarva. La Cassazione non ritenne fondato «l’assunto accusatorio del carattere fittizio e dissimulatorio» dell’operazione Mepal-Alyssa, specificando come il tribunale nisseno abbia «congruamente evidenziato come non vi siano elementi obiettivi per ritenere» che possa essere ritenuta «fittizia». Per quanto riguarda Zamparini, a processo il prossimo 2 luglio, la Corte ha deciso di confermare le misure cautelari per l’imprenditore friulano, anche perché il Riesame «ha correttamente identificato il pericolo concreto e attuale di reiterazione dei reati».