Gds: “Allarme Coronavirus. Giustizia in tilt, incognita scarcerazioni”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’allarme Coronavirus nelle carceri. Mantenere le distanze e ridurre al minimo indispensabile i contatti per poter continuare. Cittadella giudiziaria off limits. Nel rispetto delle tutele dei diritti. La giustizia e il Coronavirus devono rimanere separati: per questo Corte d’appello, Procura e Tribunale cercano di difendere un complesso frequentato quotidianamente da non meno di quattromila persone, tra addetti ai lavori – giudici, avvocati, impiegati, forze dell’ordine – e utenza. Le udienze vengono rinviate, ma non de plano: se lo chiedono i diretti interessati si devono celebrare, se sono sottoposti a misure cautelari. Non possono essere differite nemmeno le convalide degli arresti o dei fermi né le udienze dei processi in cui scadono i termini di custodia. Per fare un paio di esempi esplicativi, ieri è stata spostata al 23 marzo (quando finirà il periodo di emergenza fissato dal decreto di sabato) un’udienza contro 20 presunti mafiosi di San Lorenzo. Cosa possibile solo perché il termine scade il 24. Per il processo Fragalà gli imputati saranno scarcerati per decorrenza ad aprile e dunque sentenza entro il mese. Tutte le comunicazioni di notizie di reato (Cnr) si devono trasmettere tramite portale telematico: da parte di polizia, carabinieri, finanza e vigili urbani niente consegne a mano, veicolo di possibile contagio. Contatti via Pec con Dda e ufficio intercettazioni per avvocati, periti e consulenti.