L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla scomparsa di Totò Schillaci che ha sconvolto l’Italia calcistica. Il quotidiano riporta anche alcune parole della figlia Jessica pubblicate sui social.
Due giorni prima della morte di Totò Schillaci, sua figlia Jessica aveva condiviso la sua profonda disperazione attraverso uno sfogo poetico pubblicato online, anticipando un destino ormai inevitabile. Ora quelle parole suonano come un addio: «C’è bellezza nella vita che esce da noi ad ogni pezzo di dolore, che penetra nel nostro cuore e c’è vita nella bellezza di contemplare chi non vogliamo lasciare regalandogli vita, un pezzo della nostra, con le nostre lacrime».
Ieri, Jessica Schillaci è tornata sui social per annunciare la scomparsa del padre con parole cariche di emozione: «Papà stavi giocando l’ultima partita della tua vita, sapevi già che l’avresti persa ma te la sei giocata benissimo». La famiglia Schillaci, provata dal lungo calvario di Totò contro il tumore, ha dovuto affrontare un altro grande dolore. Jessica ha anche riflettuto sul significato delle lacrime, definendole come un simbolo di vita: «Ci avete mai pensato alle lacrime? Sì, alle lacrime di tristezza. Le lacrime sono fatte di acqua e di vita. E l’acqua è vita, da sempre e per sempre! Senza loro, senza quelle lacrime che noi stessi creiamo non ci saremmo».
Un anno e mezzo fa era morta la mamma di Totò, un altro colpo duro per la famiglia. In quel periodo, Schillaci aveva condiviso il proprio dolore, ricordando quanto le sue vittorie fossero anche quelle della madre: «Le mie vittorie sono state anche le tue vittorie», aveva detto.
Ieri, la famiglia si è riunita attorno alla salma di Totò Schillaci, esposta nella camera ardente allestita in uno dei saloni dello stadio Renzo Barbera. Il padre, Domenico, era sostenuto dai nipoti e dall’altro figlio, Giovanni, fratello minore di Totò, che ha espresso tutto il suo dolore con queste parole: «Ti ho seguito passo per passo. Sei stato un esempio da seguire. Riposa in pace, fratello mio. Sei e resterai la leggenda del calcio italiano».
Vicino alla bara, adornata dalla maglia azzurra numero 19 dei Mondiali di Italia ’90, c’era anche Francesco Di Mariano, nipote di Totò e attuale attaccante del Palermo. Anche lui ha voluto ricordare lo zio con affetto: «Caro zio, sono cresciuto nella tua scuola calcio, con l’idea di dover arrivare ad alti livelli e partecipare a un mondiale per rendere fiero un popolo, farlo sognare come hai fatto tu. Ma questo non è accaduto. Spero tu sia rimasto comunque orgoglioso di me. Grazie per tutti i consigli che mi hai sempre dato per affrontare questo lavoro al meglio. Hai affrontato questa malattia come un leone. Fino all’ultimo, proprio come facevi in campo, il tuo cuore non voleva cedere. Ma adesso puoi riposare in pace e riabbracciare la nonna».