Gds: “Addio a Schillaci. Corini: «I palermitani si sono riconosciuti in lui. Straordinario»”
L’edizione odierna de il “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla scomparsa di Totò Schillaci e sulle parole dell’ex tecnico rosanero Corini in suo ricordo.
Eugenio Corini, ex bandiera del Palermo e allenatore, ha condiviso alcuni ricordi personali di Totò Schillaci, con cui ha giocato nella Juventus all’inizio degli anni ’90. Schillaci, reduce dal successo del Mondiale del 1990, era già un’icona, mentre Corini stava iniziando la sua carriera.
Qual è il suo ricordo personale di Totò Schillaci?
“Incontrarlo di persona fu un’emozione incredibile. Ero un giovane di 20 anni, appena acquistato dalla Juventus, e i nazionali arrivarono in ritiro con qualche giorno di ritardo, dopo il permesso post-Mondiale. Ricordo che c’erano migliaia di persone ad accoglierli a Buchs, in Svizzera. Fu in quel momento che compresi quanto fossero importanti. Vedere di persona quegli idoli che avevo ammirato solo in televisione fu davvero speciale, perché a Brescia avevo giocato solo in Serie B e non avevo mai avuto l’opportunità di giocare contro di loro.”
Che tipo di persona era Schillaci?
“Totò era un ragazzo straordinario, con una grande disponibilità. Ricordo una partita tra la Juventus e la Primavera, dove giocai bene. Il giorno dopo, sulla prima pagina del giornale, c’era una foto di Totò che mi abbracciava. Per me fu un momento speciale: lui era un idolo assoluto, e mi accolse con grande calore. Questo dimostra quanto fosse generoso e affettuoso verso i giovani. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Schillaci è stato un combattente, si è guadagnato tutto nella vita, e ha affrontato la sua malattia con la stessa determinazione. Anche se non ha vinto l’ultima battaglia, ha messo tutto se stesso per cercare di andare avanti, esattamente come ha fatto durante la sua carriera.”
C’è un ricordo speciale che la lega a Schillaci?
“Sì, nel 1990, dopo il Mondiale, ci fu una partita amichevole tra il Palermo e la Juventus, vinta dalla Juventus per 3-1, e Totò segnò il gol del momentaneo pareggio. Quella serata fu speciale per lui. Palermo lo accolse come un eroe nazionale, l’orgoglio della città. Quando arrivammo all’aeroporto e all’hotel, c’era un fiume di persone che lo seguiva. Lo stadio era pieno, e nonostante giocasse per la squadra avversaria, il pubblico esultò al suo gol. È stato un momento straordinario, perché i palermitani si riconoscevano nel suo percorso: un ragazzo del quartiere che era riuscito a costruire una grande carriera. Per lui, quella serata fu particolarmente emozionante, e credo che lo stesso affetto si sia visto anche alla camera ardente e si vedrà al suo funerale.”
Come ha vissuto le “notti magiche” del 1990?
“Ero un giovane appena acquistato dalla Juventus, e vedere i miei futuri compagni di squadra giocare per l’Italia durante quel Mondiale fu incredibile. Ricordo che tifavo per loro, consapevole che da lì a poche settimane avrei avuto la fortuna di allenarmi con quegli stessi campioni. È stata un’estate straordinaria per tutti gli italiani, e poter vivere da vicino quella magia è stato per me un sogno che si realizzava.”
Corini conclude ricordando con affetto Totò Schillaci come un esempio di umiltà, determinazione e grandezza, sia come calciatore che come uomo.