PALERMO

Gds: “Addio a Schillaci. Beppe Accardi: «Era noto in tutto il mondo ma restava un uomo umile»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla morte di Schillaci e riporta le parole di Beppe Accardi.

Beppe Accardi, amico di lunga data di Totò Schillaci, ha condiviso ieri in lacrime il suo dolore e rammarico per la scomparsa del campione, nel corso di una puntata speciale di «Nomi cose città» dedicata a Schillaci su Tgs. Con la voce rotta dall’emozione, Accardi ha espresso il suo dispiacere nel vedere Totò entrare allo stadio Renzo Barbera solo dopo la morte, senza aver mai indossato la maglia rosanero da vivo, un sogno che Schillaci aveva sempre coltivato. «Per ogni palermitano indossare la maglia del Palermo è il più grande onore», ha detto Accardi, aggiungendo che la scomparsa di Schillaci segna la fine della più bella storia di calcio palermitano.

Accardi ha ricordato l’amicizia con Schillaci, nata oltre 50 anni fa, quando entrambi giocavano all’Amat. Cresciuti con gli stessi valori trasmessi dalle loro famiglie, come il rispetto e l’educazione, i due hanno mantenuto un legame indissolubile nel tempo. «Non ci siamo mai persi, e ogni volta che ci vedevamo era una festa», ha detto Accardi, ricordando la straordinaria umiltà e determinazione di Schillaci, che fin dai tempi dell’Amat aveva dimostrato di avere «una marcia in più».

Accardi ha poi riflettuto su quanto Schillaci sia stato un simbolo per Palermo, paragonandolo a Maradona per Napoli: «Aveva ‘a cazzimma’, la furbizia dei rioni di periferia, capiva le cose prima degli altri». Nonostante il successo e la fama raggiunti a livello mondiale, Schillaci non ha mai dimenticato le sue radici, tornando a Palermo per sostenere i giovani e offrire loro una possibilità di riscatto attraverso lo sport.

Un ricordo particolarmente toccante è stato quello di tre anni fa, quando Schillaci ha partecipato a un incontro all’Amat per celebrare i suoi trascorsi calcistici. «Era come se fossimo tornati indietro nel tempo», ha detto Accardi, sottolineando la felicità di Totò in quella giornata, e ricordando quanto fosse straordinario il suo percorso, da FIFA Legend a pioniere del calcio giapponese.

In un’epoca dominata dal digitale e dall’apparire, Schillaci lascia una lezione fondamentale per le nuove generazioni, ha detto Accardi: «Totò andrebbe studiato come fenomeno. Ha dimostrato che lavorando sodo e credendo nei propri obiettivi, si possono raggiungere risultati incredibili». Schillaci è stato un esempio straordinario di come il sacrificio e la determinazione possano portare a grandi traguardi, ed è proprio per questo che, secondo Accardi, la sua scomparsa segna la fine di una delle più belle storie di calcio palermitano.

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Redazione Ilovepalermocalcio