L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla dei controlli delle forze dell’ordine legati al Coronavirus. In tempi di Coronavirus lo spaccio a Bologna si nasconde dietro la mascherina di un ragazzo africano che in una zona universitaria deserta e assurdamente silenziosa parla attraverso gli occhi e fa segno di seguirlo per avere un po’di marijuana. Oppure aspetta sotto il portico dell’Accademia di belle arti e si lamenta che «gli affari sono un po’ calati, ma poteva andare peggio». Di pusher in giro se ne vedono sicuramente meno ora che è impossibile mischiarsi tra la gente e chi percorre le vie di una città «chiusa». Può essere controllato dalla forzedell’ordine, malo spaccio non si è certo fermato. I controlli di polizia e carabinieri non mancano, così come le denunce per lo smercio di droga a cui si uniscono quelle per il mancato rispetto delle norme del dpcm, però anche «la domanda non si ferma mai», assicura un carabiniere di lungo corso. Più deglispacciatori, sonocalate le prostitute, almeno in zona Fiera, latoParco Nord, dovedi solito stazionano quotidianamente, nonostante il lavoro dei carabinieri. Alcune, durante uno degli ultimicontrolli, hannomostratol’autodichiarazione dicendo di svolgere il proprio lavoro. Ma questo non ha evitatoloro diessere denunciate. Se però iclienti delle prostitute costretti a stare a casa possono ripiegare più facilmente sui siti dedicati, per chi è un assuntore abituale di stupefacenti, in questo particolare periodo, non ci sono alternative all’astinenza, quindi si corre il rischio. «Alcuni spacciatori si sono rintanati in qualche magazzino adibito ad abitazione e magari lasciano la droga per i clienti in punti prestabiliti – spiega ancora l’investigatore – così evitano di farsi vedere in strada. Nei giorni scorsi accanto ai chioschi del mercato di via Albani, che èuna classica zona di spaccio, abbiamo fermato e denunciato un ragazzo che aveva della marijuana e girava senza autodichiarazione, cosìcome unadonna nigeriana – prosegue il carabiniere-chiamata “m a my ”, che porta da mangiare agli spacciatori di eroina della Bolognina (quartiere popolare della città, nd r )». In zona universitaria, un pusher tunisino racconta che i clienti «arrivano quasi sempre con le buste della spesa, così se vengono controllati hanno la scusa pronta. Io invece esco meno, sto attento».