L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul decennio 2010/2020 del Palermo. Nel primo anno di questo periodo, arrivarono solo Calderoni e Celustka nel mercato invernale. In estate, il Palermo stupì tutti pescando gli sconosciuti Ilicic e Bacinovic. Arrivarono anche Pinilla e Maccarrone. Nel 2011 e nel 2012 Zamparini investì in massa per l’ultima volta, prima del tracollo. Le spese del primo anno non fruttarono granché: 7 milioni al Catania per Silvestre, 5 milioni all’Atalanta per Barreto, 3,5 milioni al Chievo per Mantovani e al Bologna per la metà di Della Rocca, quasi 3 milioni al Defensor Sporting per Lores Varela e 1,7 milioni per Zahavi dall’Hapoel Tel Aviv. Quasi tutta gente che non ha reso secondo le aspettative o che, come nel caso di Barreto, ha lasciato Palermo a parametro zero. Gli ultimi due colpi di genio dal Sudamerica, invece, vennero messi a segno nel 2012: a gennaio Franco Vazquez dal Belgrano, pagato 4,5 milioni (e in quel mercato venne preso anche Viviano per 6,5 milioni), in estate Paulo Dybala dall’Instituto de Cordoba per complessivi 12 milioni, inclusi quelli da riconoscere all’agente per una querelle che di fatto ha avviato la crisi del club. Da quel mercato, solo i 4 milioni al Chievo per Sorrentino si sono dimostrati ben spesi, mentre la colonia argentina portata in Sicilia da Lo Monaco fallì su tutta la linea. Tra i cadetti, il Palermo si assicurò il talento di Belotti, pagato 4,5 milioni all’Albinoleffe, ma ceduto al Torino per meno del doppio. Rigoni, Quaison, Chochev e Gonzalez sono stati gli unici acquisti a titolo definitivo nell’anno del ritorno in A, poi sono entrati in scena i consulenti slavi di Zamparini con i giocatori da loro stessi consigliati al patron friulano. L’unico che ha fornito prestazioni superiori rispetto alle aspettative è Nestorovski: rilevato per meno di un milione di euro tra cartellino e commissioni, è stato il capocannoniere del Palermo nelle ultime tre stagioni.