Gazzetta dello Sport: “Caos Palermo. Dopo i senatori via pure Foschi, la città è stufa di Zamparini”
“Doveva essere il giorno del nuovo calendario (alla Favorita il Sassuolo europeo) e il test in Ungheria invece c’è da gestire l’ennesimo caos. Le dimissioni di Rino Foschi fanno ripiombare il Palermo in quell’incertezza che, ormai, regna da oltre una stagione. Perché se è vero che Foschi dovrà gestire problemi di salute è altrettanto vero che, all’origine di questa rinuncia, c’è anche altro. I problemi più grandi ci sono stati tra Foschi e il presidente.
SCONTRI Invece, il d.s. alla fine ha trovato un muro di gomma fatto di litigi continui. Se poi dal presidente arrivano anche gli stop alle trattive per Cigarini ed El Kaddouri, con tanto di critica a mezzo stampa («Siamo tutti bravi a prendere i trentenni che costano tanto») significa che tra i due non c’è mai stata una reale convergenze di vedute, o forse c’è stata solo in apparenza. Ufficialmente l’esperienza in rosanero di Foschi è durata 12 giorni, anche se il d.s. aveva già iniziato a lavorare prima, in via ufficiosa, giusto il tempo di cedere Vazquez e aggiustare il contenzioso con Mascardi per l’affare di Dybala. Forse era stato ingaggiato soltanto per questo. Altrimenti non si spiega come mai non sia stato messo nelle condizioni di chiudere quelle trattative che riteneva necessarie per consolidare l’organico. Stava provando a convincere Valdifiori, un regista, dopo Cigarini, che farebbe molto comodo in questo momento alla squadra, ma oltre alle resistenze di Zamparini ha dovuto registrare la riluttanza del giocatore. Palermo non è più meta gradita per molti calciatori visto l’andazzo degli ultimi tempi. Queste dimissioni il d.s. le stava meditando da giorni, voleva però finire il mercato e poi dare l’addio.
DELUSIONE Zamparini, invece, sembra voglia continuare a scherzare col fuoco, come se la stagione scorsa non avesse insegnato niente. E questa vicenda non ha fatto altro che acuire lo strappo con la piazza che vedeva in Foschi un elemento di garanzia. Adesso è caccia a un nuovo d.s., a dieci giorni dal primo impegno ufficiale di Coppa Italia e senza ancora un acquisto. Il presidente vuole ridare potere pieno a Gianni Di Marzio e avvalersi come d.s. di Daniele Faggiano che, però, deve sganciarsi dalla società granata. Il problema è che le vedute di Di Marzio erano le stesse di Foschi riguardo alla necessità di elementi di esperienza. E se anche Faggiano, nel caso in cui traslocasse in serie A, dovesse ritrovarsi a essere un ministro senza portafoglio che mosse sarebbe in grado di potere fare?”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”