Gazzetta dello Sport: “Viola da record, l’ex rosa Ilicic vola. Crisi Palermo, per ora si Balla”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” analizza il match di ieri tra Palermo e Fiorentina vinto dai viola, con conseguente crisi dei rosanero: “C’è quasi tutto, in quel pugno che Josip Ilicic si batte sul petto dopo il 2-0. L’orgoglio per il secondo dipinto personale di giornata, la tristezza dell’ex che non ce la fa a esultare e anzi quasi chiede scusa, e soprattutto l’inizio di un film molto zampariniano: via Ballardini e riecco Iachini, anzi no perché quando manca solo il comunicato a certificare il ritorno, naufraga l’intesa con l’ex tecnico. E dunque nulla cambia, chissà per quanto. COME CON IL TRAP Far volare ancora la Fiorentina con il 5° gol consecutivo (in 4 partite di A: prima doppietta) per lo sloveno significa dare uno spintone alla squadra che lo ha lanciato in Italia, ma la gente lo saluta applaudendolo con nostalgia, quasi rassegnata: «quel» suo Palermo oggi non c’è più, come non c’è più il Barbera famoso per portare a volte punti quasi da solo. Oggi è uno stadio semideserto, e chi resta fino a dopo il 90’ fischia, alza cori contro Zamparini, manda i giocatori «a lavorare»: la squadra è a 3 punti dalla serie B e la trasferta di Verona, da preparare in ritiro, ora mette ancora più angoscia. Anche il primo tempo del Palermo era stato angosciante, così tanto da mettere ancor più in discesa una Fiorentina che non ne avrebbe avuto bisogno, bella e spietata come nei suoi giorni migliori. Giorni che non ricorrevano da una vita: da quando la vittoria vale tre punti, la Viola era stata a quota 38 dopo le prime 18 giornate solo nella stagione 1998-99, e parliamo dell’era del Trap. Sousa ha sottolineato di nuovo con chiarezza la grande chancenecessità di migliorare una squadra che continua a segnare tanto (miglior attacco del campionato) e sempre (25 partite senza soluzione di continuità). Che ha un centrocampo dove tutti fanno a gara di applicazione nelle due fasi e una coppia di giocatori, Vecino e Badelj, perfettamente intercambiabili. Che manda in tilt chi prova a pressarla perché finge di fare solo le fusa con il suo possesso palla e poi tira unghiate improvvise: tanto qualcuno da liberare c’è sempre. Se poi c’è chi decide di suicidarsi lasciando metri di libertà al genio sempre più lucido e concreto di Ilicic, il gioco è ancora più semplice. L’intesa dello sloveno con Kalinic, che ieri gli ha dato l’ultima spinta per entrambi i gol dopo aver sbagliato in proprio l’1-0 dopo 10’, continua a crescere: il gol spaccapartita – mezzo Palermo mandato in confusione con tre passaggi – è la foto nitidissima di un feeling sempre più naturale. CHE COPPIA In due Kalinic e Ilicic hanno già segnato 19 gol: uno in più di tutto il Palermo, che solo nella ripresa ha smesso di stare in apnea e se l’è perlomeno giocata. E’ successo quando Ballardini ha usato il sistema che sembra più adatto agli uomini che ha, non a caso quello caro a Iachini. Dunque la difesa a tre, che aveva provato in settimana, e Gilardino. Così ha ridisegnato una squadra che per quasi un’ora aveva fatto solo il solletico alla difesa viola giocando senza una vera punta, e perlomeno ha rimesso tutti e tutto al loro posto: Struna centrale, Lazaar sguinzagliato senza più freni sulla fascia, Jajalo meno schiavo di un ruolo (play davanti alla difesa) che non è il suo, Brugman non più solo tampinatore di fini palleggiatori, Vazquez e Trajkovski (e poi Quaison) liberi di arrivare in porta partendo più da lontano. E poi, solo poi, in mezzo all’area la fame di Gilardino, che al primo pallone buono, di testa, ha dato l’illusione di riaprire una partita poi chiusa in contropiede da Blaszczykowski. RINFORZI, MA POI? Ma la Fiorentina aveva ricominciato a governare già da un po’, dopo minuti di smarrimento causa calo di tensione che non si è verificato ieri per la prima volta: l’unico vero motivo di riflessione per Sousa, che si era visto costretto a suonare un campanello d’allarme aggiungendo alla linea difensiva Tomovic, visto l’imperversare di Lazaar. Segnale di eccessiva prudenza dato ai suoi o solo segnale di difficoltà della squadra? Ha molto più da meditare il congelato Ballardini, in attesa di altri eventi e forse rinforzi: ha perso quattro delle ultime cinque gare, nelle sei partite della sua gestione la squadra ha fatto solo 4 punti e beccato 13 gol (più tre in Coppa Italia con l’Alessandria) e il calendario, con quattro appuntamenti di fila contro concorrenti più o meno dirette, può essere un alleato, ma anche un’incognita. Come gli umori del presidente Zamparini”.