Gazzetta dello Sport: “Vialli lascia l’Italia, ma non è addio: «Le mie energie sul mio corpo, poi tornerò»”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’addio di Vialli alla Nazionale Italiana.

Quando si sono abbracciati in lacrime a Wembley è come se tutta l’Italia si fosse abbracciata con loro. Era l’11 luglio 2021, avevamo vinto l’Europeo, Donnarumma aveva neutralizzato l’ennesimo rigore, e quei due, Roberto e Gianluca, non riuscivano a trattenere l’emozione. Quasi non ci credevano. Ce l’avevano fatta ancora una volta, come negli anni 80 e 90, quando erano due ragazzi un po’ impenitenti ma baciati da un talento enorme: avevano vinto lo scudetto con la Samp, la Coppa delle Coppe, avevano sfiorato la Champions sempre a Wembley, cattedrale del pallone che trent’anni dopo si sarebbe fatta perdonare con gli interessi. Mancini e Vialli assieme in Nazionale come nella Samp. Ora, per Vialli, è arrivato il momento di fermarsi. Lo ha detto lui stesso ieri, a modo suo, con quel coraggio che mette i brividi: «Al termine di una lunga e difficoltosa “trattativa” con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri».

«Verso nuove avventure»

Vialli ha bisogno di dedicarsi ad altro. Ha avvisato la Federcalcio che gli serve più tempo per sé. Quindi ecco il comunicato, nel quale spiega di volersi dedicare a superare «questa fase della malattia». Questo è un momento in cui il guerriero che è in lui, e che non si è mai arreso, deve ingaggiare un’altra battaglia che non ammette distrazioni. «L’obiettivo è utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio».

«Gianluca, conta su di noi»

Vialli non sarà solo. Il presidente Gabriele Gravina, che l’aveva voluto accanto a Mancini, gli ha risposto idealmente subito: «Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo». Non sono parole di circostanza. Vialli ha sempre avuto forza e sincerità. Ad Alessandro Cattelan, in un programma su Netflix, aveva detto: «Il cancro non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita, e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno, è fatta per il venti per cento da quello che ti succede ma per l’ottanta dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro…».

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Redazione Ilovepalermocalcio