Gazzetta dello Sport: “Verso Francia 2016, ricetta Conte: un’Italia di marines. Si torna al 3-5-2, chance De Rossi, Pirlo quasi fuori, niente Donnarumma, Insigne rischia”
“I tempi cambiano. In un’ipotetica griglia di partenza dell’Europeo, neanche un mese fa, l’Italia sarebbe stata legittimamente in seconda fascia. Dietro a Germania, Francia, Spagna e Belgio, ma con i numeri per far bene. Questo, però, prima che sulla lista di Conte si abbattesse un rosario di infortuni e cali di condizione. L’ultimo, il più importante, è quello di Marchisio. Non è l’unico rimpianto, naturalmente: Verratti è un enigma (gioca con infiltrazioni), Thiago Motta anche lui convive con problemi fisici, Chiellini ormai si fa male spesso e quindi non è allenato. Sono out Perin, Immobile, forse anche Antonelli e Bonaventura. L’Italia a questo punto va ripensata, tecnicamente, tatticamente e anche dal punto di vista atletico: a giugno – questo il nuovo imperativo di Conte –, servirà gente che corre, e tanto. Insomma, dei veri «marine», tant’è che ci sarà un richiamo di preparazione anche sulla forza. PIRLO MONITORATO Il tempo stringe. Conte porterà a Coverciano una trentina di giocatori per lo stage (1821 maggio), al quale mancheranno juventini, milanisti, parigini e anche Darmian e Okaka, tutti in finale delle rispettive Coppe nazionali (e i match saranno decisivi per le scelte). Per tutti gli altri (anche esordienti) spazio ai test fisici che potranno stravolgere le gerarchie. In Francia non potremo permetterci più di 23 giocatori a rischio (Chiellini, Verratti e forse Thiago). Con la fame di centrocampisti, risalgono le chance di «senatori» che sembravano fuori: Pirlo (monitorato per 9 giorni negli Usa, insieme a Giovinco, dall’osservatore Marco Scarpa) e De Rossi. Nessuno dei due convince del tutto Conte, ma il romanista allo stage ci sarà di sicuro, anche perché utile eventualmente anche in difesa. A proposito, duttilità e polivalenza sono altre due parole chiave per le convocazioni decisive, meglio non scordarlo. Diversa la situazione di Pirlo. L’ex juventino, oltretutto, dovrebbe giocare in campionato e la finestra liberatoria è a discrezione del club. Senza stage, la chiamata sembra difficile, anche se il fatto che sia stato monitorato non è da trascurare. In ogni caso, pare bandito qualsiasi sentimentalismo o curriculum: solo corsa. TRE MODULI A questo punto, senza Marchisio, è quasi escluso il 424. Tre i moduli da Europeo. Si riparte dal 352 anche per necessità, perché è la Juve l’unica che può offrire quelle certezze al momento mancanti. Grazie agli automatismi di Conte entra in gioco Rugani, che si è inserito alla perfezione, e il 352 potrà alternarsi, a gara in corso o dall’inizio, nel 442. Come il doppio modulo di Allegri, con Barzagli a destra (o Chiellini a sinistra) e un esterno di ruolo quale Darmian. Infine c’è il 343 che Conte non ha bocciato, ma non potrà essere usato contro le big. Stop al 433, anche se l’indice di pericolosità dell’Italia (65) è migliore di quello di tante big. Ciò che manca è la finalizzazione. DONNARUMMA OUT Anche la lista dei 23 (più 4 riserve) si apre a nuove soluzioni. In porta è stata scartata la soluzione Donnarumma. Sportiello e Padelli si giocano il terzo posto. In difesa tanti centrali, il blocco Juve di fatto, e poi due maglie in gioco: De Sciglio torna in corsa anche se preoccupa il suo scarso impiego, Acerbi è in vantaggio su Astori, De Silvestri e Zappacosta sono nei radar. A centrocampo sicuri in 6. Detto dei senatori in bilico, restano a disposizione 2 posti che potrebbero giocarsi Soriano, Montolivo e Bernardeschi. Ma potrebbero irrompere dei nuovi se in gran condizione (Sturaro, Baselli, Jorginho). In attacco, infine, sicuri in 4, resta sempre in dubbio Insigne, poco amato da Conte: potrebbe giocarsela con Giovinco e l’emergente Belotti. MONDIALE SFUMATO L’altro problema è che molti potenziali convocati giocano poco, da Zaza, per il quale Conte stravede, a Eder, da Darmian a Pellè. Le 4 riserve saranno giovani (Belotti, Bernardeschi, Zappacosta, Baselli, Masina tra gli indiziati) e Conte vorrebbe che stessero in Francia anche per fare esperienza. Ovviamente, toccherà alla Figc trattare con i club per i permessi. Scene già viste, ma proprio la difficoltà con la Lega (la finale di Coppa Italia ne è stata il paradigma) ha amareggiato Conte, che addirittura in autunno aveva pensato di prolungare fino al Mondiale, finché ha notato che il suo attivismo dava fastidio. Si consoli: non sarà diverso con il suo successore, temiamo. A proposito, visto il gran dialogo, chissà che, se richiesto, non dia un consiglio sul tema anche a Tavecchio”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.