Gazzetta dello Sport: “Verso Euro 2016. Italia, ballo delle punte: 5 per una maglia. Nello stage in lotta Immobile, Insigne e Pavoletti, con Borini-Okaka outsider. Ed El Shaarawy dovrà sdoppiarsi”

“Tre giorni per aiutare Conte a decidere. O per metterlo in crisi, come amano dire i giocatori a caccia di un posto. Per l’Europeo, in questo caso. Lo stage che inizia oggi a Coverciano darà risposte importanti per completare tutti i settori (c’è incertezza anche per il terzo portiere), ma una delle scelte più delicate sarà quella della quarta punta. O quinta considerando anche Stephan El Shaarawy (attaccante, ma sia nel 3­5­2 che nel 4­4­2 dovrà sdoppiarsi facendo anche il centrocampista), già sicuro del posto come Pellé, Eder e Zaza. BELOTTI, PERCHÉ NO Al netto di sorprese in extremis si possono considerare già fuori dai giochi Gabbiadini (stagione intermittente e scarso minutaggio), Berardi (considerato ancora acerbo, anche caratterialmente), Giovinco (uscito già da un po’ dai radar di Conte, pur dopo essere stato seguito a lungo) e soprattutto – quello che ha fatto più sensazione – Belotti. Il granata ha fatto una grande seconda parte di stagione e con gli 11 gol segnati da gennaio aveva fatto pensare quantomeno ad una chiamata per lo stage: saltata anche perché il c.t. azzurro non ha visto ancora la continuità, in particolare nella fase difensiva, che chiede a un centravanti. Dunque sono rimasti in corsa in cinque, con Immobile in pole position: come Eder, e volendo Zaza, può fare sia la prima che la seconda punta, e questa è un’opzione importante visti i due sistemi di gioco ormai scelti. E poi, altro particolare non trascurabile, fa parte di questo gruppo da tempo: addirittura da titolarissimo all’inizio del ciclo di Conte. Che in questi giorni lo testerà anzitutto dal punto di vista fisico, visto che è reduce da un infortunio: se i test atletici non lo tradiranno, Immobile andrà considerato il favorito. PREMIO PAVOLETTI Ci rimetterebbe Insigne, e Conte penserà bene fino all’ultimo se escludere il nostro attaccante di maggior qualità, che al di là di un calo nella parte finale della stagione, rispetto a tutti gli altri ha avuto in continuità il rendimento decisamente più importante. Però, persi sia Marchisio che Verratti, è stata per forza abbandonata anche l’idea dei tre attaccanti, l’unica versione tattica che darebbe al napoletano la possibilità di giocare e rendere nel suo vero ruolo. Meno accreditato rispetto a Immobile e Insigne, ma con più chance rispetto a Borini e a Okaka (assente allo stage perché ancora impegnato con l’Anderlecht), c’è Pavoletti. Questa convocazione è da considerare più che altro un premio per una stagione comunque straordinaria, con 14 gol senza rigori, nonostante 13 partite saltate fra infortuni e squalifiche: uno che ha dimostrato di «sentire» la porta come pochi. Ma Conte non è allenatore da tenere chiuse certe porte a prescindere, e sa cambiare idea. Potrebbe anche farlo, a patto che il centravanti del Genoa in questi tre giorni gli confermi di essere adatto alla squadra da battaglia che ha in testa, mostrando pure a Coverciano la grande forza vista nelle ultime partite. E di saper giocare non solo da attaccante che vive per il gol, ma anche con e per la squadra. Sarebbe una scelta inattesa, ma da Paolo Rossi a Schillaci la storia dell’Italia nelle grandi competizioni racconta di molti attaccanti­sorpresa, entrati in corsa nel gruppo. E sono state belle sorprese”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.