Gazzetta dello Sport: “Venduto! Il Milan è cinese. Ok, è la Cina giusta”
“Un colpo di scena dietro l’altro. E ora sì che il Milan parla davvero cinese. Il pranzo a Villa Certosa ha sancito l’intesa per la vendita del club ad una cordata che ha cambiato in corsa i suoi soci, dopo l’uscita di scena di Gancikoff e Galatioto e il vano tentativo di Mendes e Fosun degli ultimi giorni. Tanto per mescolare ancor più le carte c’è anche la scelta del prossimo a.d. (e d.g.): quel Marco Fassone che ha già operato con Juve, Inter e Napoli. L’ANNUNCIO Quando alle 14.06 compare il comunicato di Fininvest si ha la netta sensazione che stavolta sia davvero la volta buona e che dopo 30 anni e passa Silvio ammaini bandiera: «Una scelta dolorosa ma necessaria, nel mercato mondiale è impossibile star dietro a queste cifre. Ho venduto per passione», il pensiero riportato dall’Agi. Un distacco evidentemente doloroso, sancito dal successivo comunicato. «Il presidente Silvio Berlusconi ha approvato il contratto preliminare firmato dall’a.d. di Fininvest, Danilo Pellegrino, e da Han Lin, rappresentante di un gruppo d’investitori cinesi, relativo alla compravendita dell’intera partecipazione, pari al 99,93%, detenuta dalla stessa Fininvest nel Milan». La svolta è comprovata dalla firma di un contratto preliminare vincolante, con tanto di penali e caparre nel caso in cui la trattativa salti prima del closing, programmato entro fine anno: ma c’è la convinzione di chiudere già ai primi di dicembre. I cinesi comprano tutto il Milan per 740 milioni di euro, compresi anche i 220 milioni di debiti. Una giornata storica, sì, ma non senza sorprese. LA NUOVA CORDATA Proprio alla soglia del traguardo escono quindi di scena Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, che rappresentavano il fondo Gsr Capital con in prima persona Sonny Wu e Steven Zheng, finiti sotto pressione per via dei contatti crescenti tra Berlusconi e il gruppo Fosun, dietro il quale c’era l’agente portoghese Jorge Mendes. Ad avere la meglio è stata una terza cordata cinese, composta da investitori che già da un paio d’anni erano in contatto con Fininvest: un team nato e rimodellato dall’implosione del gruppo Galatioto, avvenuta una decina di giorni fa. «Gli investitori operano attraverso la management company Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd – annuncia Fininvest –. Della compagine fanno parte, fra gli altri, Haixia Capital, fondo di Stato cinese per lo Sviluppo e Investimenti, e Yonghong Li, chairman della company, che è stato tra i promotori del gruppo con cui Fininvest ha lungamente trattato fino alla firma, il signing». LE QUOTE Yonghong Li guida la cordata insieme al suo manager Han Li con il quale raccoglie il 30 per cento delle quote, comprese quelle del fondo statale Haixia. Il restante 70 per cento è suddiviso tra numerosi investitori: ci sono anche imprenditori privati, ma sono prevalenti le aziende di natura pubblica. Il riferimento del club in questa fase di transizione, fino al closing, sarà David Han, manager cresciuto nell’università di Boston, scelto dai Li, ed ex responsabile degli investimenti del colosso Wanda Group. Da questo momento, tutte le scelte del club rossonero saranno condivise con gli acquirenti. Il futuro a.d. sarà l’italiano Marco Fassone che avrà anche la delega di direttore generale. FIRMA E ACCORDI L’intesa è nata a tarda ora giovedì a Villa Certosa in Sardegna, dove Berlusconi sta trascorrendo le vacanze: nella notte è giunta la firma sul preliminare (composto da 50 pagine, con 15 punti fondanti) subito dopo il versamento sui conti di Fininvest dei primi 15 milioni di caparra. Ieri mattina gli annunci, le foto alla fine di un lungo pranzo (prima del ritorno a Milano verso le 18.30) al quale hanno partecipato Berlusconi e il figlio Luigi, la delegazione cinese con Yonghong Li e Han Li, i manager Fininvest guidati da Pellegrino e Alessandro Franzosi, i rappresentanti degli advisor delle due parti (gli studi Chiomenti e Lazard per Fininvest, Rothschild & Co. e lo studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners per gli asiatici). I cinesi hanno proposto a Berlusconi di restare come presidente onorario, prospettiva gradita all’ex Cavaliere. «Il contratto prevede che con il signing gli acquirenti mettano a disposizione una caparra pari a 100 milioni, di cui 15 alla firma e 85 entro 35 giorni». Gli altri 420 milioni dovranno essere
versati in un’unica soluzione entro i successivi 90 giorni, così da arrivare al closing a dicembre mentre i 220 milioni di debiti del club saranno onorati dai cinesi ricapitalizzando la società. INVESTIMENTI La sezione centrale del contratto riguarda gli investimenti. Berlusconi sei mesi fa aveva chiesto 450 milioni in 3 anni, la quota è un po’ calata avendo già perso quasi un anno nelle trattative: «Gli acquirenti s’impegnano a compiere importanti interventi di rafforzamento patrimoniale e finanziario del Milan per un ammontare complessivo di 350 milioni nell’arco del triennio», spiega Fininvest. È stato concordato che la prima tranche da 100 milioni arriverà a fine anno per finanziare il mercato di gennaio. Ma non basta: per la sessione estiva 2017 è previsto un budget di altri 50 milioni. I restanti 200 milioni saranno divisi nei 2 anni seguenti. Insomma, nel 2017 i nuovi proprietari metteranno sul piatto subito 150 milioni. Per i cinesi sarà un’operazione globale da almeno 1 miliardo e 100 milioni. Adesso, però, si viene a creare una situazione paradossale, visto che il mercato estivo (ormai alle battute finali) non ha le risorse per allestire una squadra in grado di raggiungere le coppe. Galliani e Fassone (per ora advisor) riusciranno in queste settimane a trovare il modo per dare benzina agli acquisti da subito? Magari con qualche acquisto che preveda un pagamento posticipato? Sarebbe nell’interesse di tutti”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.