Gazzetta dello Sport: “Una mezza stangata. Il Parma parte da – 5, ma salva la Serie A. Ecco lo stratagemma che ha spiazzato il Palermo”
“«Il messaggio era riferito alla gara che dovevamo giocare». Già il 7 giugno, interrogato dalla Procura federale, il difensore dello Spezia Filippo De Col, destinatario dei messaggi whatsapp inviati da Emanuele Calaiò quattro giorni prima della sfida che avrebbe promosso il Parma in Serie A, delineava senza alcun tentennamento tutti i contorni di un illecito sportivo che ieri il Tribunale federale ha sanzionato con due anni e 20mila euro di ammenda per il calciatore e cinque punti di penalizzazione per il club, da scontaren ella Serie A 201819. L’AUDIZIONE CHIAVE Dunque, l’approccio di Calaiò a De Col non fu una battuta riuscita male né la preghiera di non marcarlo troppo stretto, per evitare di fargli male (sul punto, tra l’altro, igiudici evidenziano l’assenza di precedenti particolarmente duri tra i due). Fu il tentativo di un illecito sportivo, che nella legislazione sportiva sidefinisce «illecito a consumazione anticipata», proprio perché non ha bisogno che la gara sia effettivamente alterata per essere sanzionato. «Il contenuto del messaggio – spiegava De
Col agli inquirenti sportivi il 7 giugno – mi è parso logicamente riferito alla gara che avremmo dovuto di sputare. Per questo sono rimasto perplesso, anche perché non mi era mai successo prima. Ragion per cui, senza esitare, ho avvertito il team manager Pinto girandogli il messaggio appena pervenuto». I MOTIVI Ciò che è venuto dopo quel 14 maggio,quando Calaiò tentò di raccomandarsi al buon cuore di DeCol, senza calcolare il danno che stava facendo a se stesso e al Parma, è stata una reazione a catena: l’immediata segnalazione dello
Spezia alla Procura federale, l’apertura di un’indagine quasi tre settimane dopo (un po’ troppo), i deferimenti di Calaiò e del Parmaper la violazione dell’articolo 7 del codice di giustizia sportiva, il dibattimento e le condanne di ieri. Ma gli elementi principali di questo processo erano già in quella audizione di De Col, che in effetti è stata uno dei passaggi chiave della requisitoria della Procura: la percezione della natura illecita dei messaggi, l’esigenza di segnalarlo, la sorpresa di aver ricevuto una raccomandazione di quel tenore da un collega che non sentiva da sei mesi. Più che nell’azione scomposta e anche un po’comica («cazzein», «pippein», gli emoticon
con i bacini…) di Calaiò ,dunque, i giudici hanno fondato la sentenza di colpevolezza sulla reazione pulita e lineare del difensore dello Spezia. LE SANZIONI I giudici hanno ritenuto fondato il deferimento e sposato l’impianto accusatorio, rimodulando in parte le richieste sanzionatorie. Calaiò scende da 4 a 2 anni di squalifica (e 20mila euro di multa), perché non ha precedenti di questo genere, «mai toccato – scrive il collegio – dalle vicende di illeciti». Più complessa (e meno convincente) la spiegazione del perché il Parma, coinvolto
per responsabilità oggettiva, sia stato sanzionato con 5punti di penalizzazione, ma non nello scorso campionato(in cui, comunque, avrebbe dovuto disputare i playoff). Il tribunale ha scelto di lasciare gli emiliani in A, del resto non discostandosi troppo dalla richiesta della Procura, che in subordine alla principale richiesta di due punti di penalizzazione nello scorso torneo di B, aveva chie sto un 6nella prossima Serie A. I giudici hanno riconosciuto l’estraneità della società («ignara dell’operato di Calaiò») e il fatto che abbia conquistato la promozione sul campo, «con merito». Poi, nell’attribuire la penalizzazione, che va assegnata alla stagione in corso a meno che non risulti inefficace, hanno optato per la stagione 2018/19, e non la scorsa, considerandola iniziata «dal 1° luglio». Un piccolo stratagemma che lascia di sasso il Palermo e può aprire una strada anche al Chievo (di cui parliamo sotto). Il Parma, che ha portato a casa la posta in palio più importante, comunque non ci sta. «Sentenza iniqua e illogica – accusa il club –, siamo profondamente amareggiati. Presenteremo ricorso in Appello». Come farà il Palermo. Ma diversamente dalla Procura. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.