Gazzetta dello Sport: “Un Wolfsburg galattico. Due sberle a un mini-Real”
“Cristiano Ronaldo? No, grazie, Draxler. Evitiamo qualunque discorso sulla successione a CR7 per 90’ in cui tutto è andato storto: «il più forte dei terrestri», come Piqué l’ha definito per ridimensionarlo rispetto all’alieno Messi, non è finito qui per una partitaccia sua e di tutto il Real, lontano comunque anni luce dal Clasico. Ma il discorso un giorno andrà affrontato. E tra i pretendenti entra di diritto Julian Draxler, per un tempo addirittura più vicino all’extraterrestre Messi. Per come fa tutto quello che vuole. Come vuole. Dove vuole. È lui che distrugge il Real con una serie di ripartenze velocissime dalla sinistra, tagli improvvisi sull’altra fascia, break che spezzano in due i malcapitati madridisti e consegnano un indimenticabile 2-0 al Wolfsburg. Inarrestabile e anche un po’ egoista, come Cristiano. Ma Draxler è soltanto l’immagine di copertina di un Wolfsburg perfetto, organizzato, chiuso dietro e velocissimo davanti: il migliore della stagione. Il discorso semifinali non è certo chiuso, ma contro questo contropiede non sarà facile per il Real difendere Navas al Bernabeu. LE COLPE DI ZIDANE Ieri non ha funzionato niente nei meccanismi di Zidane che, per la verità, aveva avvertito in anticipo dell’approssimarsi dei guai. Può darsi che i suoi fossero convinti di liquidare presto la pratica contro il rivale più debole del tabellone. In teoria. Ma il Wolfsburg l’anno scorso è arrivato secondo in Bundesliga, e in una notte è sembrato ritrovare anima, e misure, scomparse in una stagione fin qui prescindibile. Però il Real ci mette anche del suo, tanto che è difficile salvare qualcuno: forse Marcelo, forse il portiere Navas che sui gol può poco. Tutto sbagliato il resto, a cominciare da Zidane che affonda con l’equipaggio. Cioè spezzandosi senza piegarsi: d’accordo il dogma del 4-3-3, ma ci sono troppi «se». Se vedi che Danilo è letteralmente calpestato da Draxler. Se Modric e Kroos sono ipnotizzati da Arnold e Guolavogui. Se la BBC resta là davanti, invece di dare una mano dietro. Se insomma la tua squadra non riesce a ragionare, e perde palloni su palloni in mezzo, tenendo palla inutilmente (60%) ed esponendosi al contropiede, devi inventarti una contromossa. Invece niente. Sarà stato forse per questo che CR7 ha lasciato gli spogliatoi urlando. SPETTACOLO WOLFSBURG In questo immobilismo tattico, ma anche fisico perché i tedeschi arrivano sempre prima, il Wolfsburg gode. Rubare la palla sulla trequarti è più facile del previsto, poi l’azione ha più o meno lo stesso tema: palla larga a Henrique, o soprattutto Draxler, profondità, velocità, tagli in mezzo. Tutto devastante. Nel Real, la difesa è indifesa, la mediana non recupera, le distanze tra i reparti si allungano. Benzema ne spreca due, prima di farsi male. Così al 18’ Casimiro regala un rigore evitabilissimo a Schürrle (firmato da Rodriguez). E al 25’ è l’azione da manuale Draxler-Henrique a trovare in mezzo l’eccellente Arnold: uno che doveva preoccuparsi di Modric e invece ha tanto ritmo e profondità da andare all’attacco, segnare e sostenere Schürrle. Il sorprendente 4-1-4-1 di Hecking schiaccia Pepe e Ramos, la pressione del Real nella ripresa è vana e mai pericolosa. Poteva anche finire peggio e lo 0-3 sarebbe stato forse irrecuperabile. Non è questo il Real, e forse non è neanche questo il vero Wolfsburg, e la qualificazione è ancora aperta. Ma le piccole, Benfica compreso, non sembrano poi tanto piccole”. Questo quanto si legge sull’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”.