“Corre come mai prima Tavares. Si sbraccia, si sacrifica, accetta anche un ruolo non suo e ora ha ripreso pure a segnare. Il più bello dei suoi sei gol stagionali quello di sabato contro il Melfi. Destro di controbalzo imparabile e decisivo: corsa sotto la curva, urlo liberatorio. Un sigillo sulla salvezza. È un gesto tecnico non fine a se stesso, è l’amalgama perfetta di forma e sostanza. Diogo è il bomber di una squadra alla quale si è legato all’istante, dall’esordio a Monopoli. In quell’occasione entrò dalla panchina consegnando il pari allo scadere, di testa. Era arrivato la sera prima da Lisbona, si calò subito nella parte. Un segno inequivocabile di quello che sarebbe stato il campionato del Messina. Squadra mai doma, pratica, compatta proprio come la punta. Che per esigenza, nelle ultime due partite, Di Napoli ha schierato largo nel tridente d’attacco. La prima da esterno offensivo contro il Foggia: Tavares ha corso il doppio degli altri, ha contenuto gli esterni rossoneri, è ripartito puntualmente. LA DEDICA C’era anche il figlio, in quell’occasione. Papà Diogo lo aveva portato per la prima volta allo stadio. Voleva il gol, per mostrare la sottomaglia su cui campeggia la sua foto. Appuntamento rimandato di una settimana. Contro il Melfi la rete arriva, la dedica anche: «Non segnavo da un po’, dovevo darmi una mossa. Il gol è arrivato, grazie a Dio, ma la cosa fondamentale è aver dato continuità alla striscia di vittorie. Era la festa del papà, ma il regalo l’ho fatto io a mio figlio». Salvezza in tasca, la matematica è un dettaglio. Testa al Catania, giovedì c’è un derby. «Per i tifosi è la partita più importante. Sfideremo un avversario costruito per vincere, che vanta in organico calciatori capaci di far male in ogni momento. Servirà una partita di umiltà e sacrificio. Solo così potremo portare a casa un risultato positivo». Manca solo la firma, ma nel futuro di Tavares ci sarà ancora lo Stretto sullo sfondo: «A Messina sto bene, sento grande affetto attorno a me. Voglio portare questa squadra in alto»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.