“Un po’ attaccante puro e un po’ regista offensivo. Paulo Dybala si sdoppia, affianca Mandzukic per dare maggiore peso al settore avanzato e, quando è necessario, arretra per ricevere il passaggio in verticale dei centrocampisti e dettare i tempi della manovra. L’argentino è abile a smarcarsi e ad eludere l’intervento dei difensori del Palermo, galleggia tra le linee e manda spesso in crisi il dispositivo studiato da Ballardini. Le qualità tecniche, inoltre, gli consentono di smistare il pallone «di prima», imbeccando spesso Evra a sinistra o Cuadrado a destra, e in questo modo l’azione dei bianconeri si allarga e costringe quelli del Palermo a uscire dal guscio. Partita dopo partita, Dybala si sta conquistando lo spazio che gli è garantito dal talento e dalla capacità di sacrificio che sta mostrando. La Juve, in lui, cerca il sosia di Tevez: paragone impegnativo, d’accordo, anche perché i due hanno caratteristiche fisiche differenti (Carlitos è molto più «torello» di Paulo), però entrambi hanno visione di gioco, rapidità di esecuzione e facilità di tocco. Concedendo il giusto tempo di crescita a Dybala, non è un’eresia pensare che possa arrivare e perfino superare il livello di Tevez. MESSAGGIO Contro il Palermo, partita non semplice per lui dal punto di vista psicologico, l’argentino accetta le responsabilità che Allegri e i compagni gli consegnano. Sa di dover azionare il motore offensivo con improvvise illuminazioni, e non si tira indietro; sa di doversi muovere da spalla di Mandzukic, girandogli attorno e sfruttandone i movimenti, e dimostra di ricoprire bene il ruolo; sa, infine, di doversi mettere a disposizione della squadra e, come testimonia il cross che deposita sulla testa di Mandzukic per il gol dell’1-0, il messaggio viene recepito alla lettera. Quel traversone, sia ben chiaro, è pennellato e preciso, mica un pallone buttato in mezzo come spesso se ne vedono nel campionato italiano: Dybala cerca il secondo palo, dove sa che staziona Mandzukic, e lì piazza la sfera. I suoi tocchi sono 56, segno che è sempre presente nell’azione e partecipa attivamente al possesso-palla dei bianconeri (58,9 per cento contro il 41,1 per cento del Palermo). Si avvantaggia, e non poco, anche della posizione piuttosto «alta» dei centrocampisti (il baricentro è a più di 52 metri) e delle frequenti galoppate degli esterni che gli suggeriscono il passaggio. Dybala effettua 33 appoggi, e ne sbaglia soltanto 5 (considerate che si muove spazi in spazi particolarmente intasati, non è mai libero), è vero che perde 16 palloni, però ne recupera 5 e ciò dimostra che non gli manca lo spirito di sacrificio (caratteristica di cui era ben provvisto Tevez). FANTASIA Ma il dato che balza all’occhio è quello che riguarda le occasioni create: Dybala ne inventa 4, cui si devono aggiungere 2 lanci smarcanti, 2 cross e 2 sponde che liberano i compagni al tiro. L’argentino subisce 2 falli, e ciò spiega che per i difensori del Palermo è sempre un problema contrastarlo, ed effettua 4 dribbling: 2 gli riescono e 2 no. L’impressione generale è che, lentamente, Dybala si stia calando nella parte, mettendo da parte certi comprensibili egoismi di gioventù, e tuttavia non perdendo quella che è la sua qualità migliore: la voglia di rischiare, di superare l’avversario e di creare la superiorità numerica. La sua fantasia può davvero accendere la Juve e guidarla nella rimonta”. Questa l’analisi condotta dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” in merito al match di ieri tra Palermo e Juventus, in particolar modo su Dybala.