“Èarrivato il tempo della partita delle partite per il calcio italiano, quella che si gioca fuori dal rettangolo di gioco e da cui dipende la sopravvivenza del sistema. Tre anni dopo l’asta più infuocata che si ricordi, tornano in ballo i diritti tv del campionato di Serie A e le attenzioni maggiori sono concentrate sulla vendita domestica, relativa alle dirette delle partite a pagamento: nel ciclo precedente pesarono 943 milioni annui su un totale di 1,2 miliardi. Il triennio 20182021, diciamolo subito, è un grosso punto interrogativo perché sono tante le variabili del mercato. Quel che è certo, al momento, è che domani si terrà la prima assemblea di Lega sul tema, che sarà anche la prima assemblea in assoluto sotto la reggenza del commissario Carlo Tavecchio. Dopo una prima bocciatura, infatti, le Authority nei giorni scorsi hanno dato l’ok alle linee guida consentendo alla Lega e al suo advisor Infront di predisporre i pacchetti di vendita. Quelli delle dirette domestiche verranno pubblicati a giugno: l’attesa è elevatissima e le domande non mancano. Che ne sarà dell’antica battaglia tra Sky e Mediaset, ora che la seconda, scottata dai deficit di Premium e in pieno contenzioso con Vivendi, ha annunciato un approccio «opportunistico»? Dopo il boom in Premier e in Champions le compagnie di telecomunicazione entreranno pesantemente sulla scena italiana? E i cosiddetti «over the top» come Facebook e Amazon si lanceranno davvero sul mercato dei diritti calcistici? Ma prima di tutto bisognerà capire in che modo la Lega intenderà commercializzare il suo prodotto, se perpetuando la vendita per piattaforma o se, invece, inaugurando la strada delle forti esclusive. LIBERA SCELTA In un colloquio della Gazzetta con Riccardo Pugnalin, executive vice president communication and public affairs di Sky Italia, ci si è concentrati proprio su questo aspetto. «La decisione dell’Antitrust sulle linee guida offre al mercato con chiarezza la possibilità di vendere i diritti televisivi in ogni forma sia per prodotto sia per piattaforma. La libertà di scelta per la Lega è confermata anche dalla comunicazione della settimana scorsa nella quale l’Antitrust esprime una preferenza non vincolante per la vendita per piattaforma», spiega Pugnalin. Sarebbe fuorviante, a giudizio del broadcaster di Murdoch, ritenere che l’Antitrust abbia posto lacci tali per cui la Lega non possa scegliere strade alternative. E a supporto Pugnalin osserva che l’altra Authority deputata, l’Agcom, «si è espressa in modo parzialmente differente indicando come esempi virtuosi i modelli esistenti in tutta Europa, come la Bundesliga, la Premier e la Ligue 1, per intraprendere la strada della vendita per prodotto esclusivo». ESCLUSIVA Quello dell’esclusiva è un vecchio cavallo di battaglia di Sky che nell’asta precedente tentò invano di assicurarsi il meglio del campionato. Per il prossimo ciclo Sky si pone in posizione «neutra» ma una sorta di avviso ai naviganti sembra lanciarlo, quando Pugnalin afferma: «Se la Lega, detentrice dei diritti, confermasse la formula della vendita per piattaforma o per più piattaforme, cioè senza l’esclusiva, in Italia, al contrario di quanto avviene in Europa dove il valore complessivo per le Leghe si è accresciuto, avremmo dei prezzi più bassi sia per tutti gli operatori sia per i consumatori». Tradotto: non aspettatevi che Sky possa offrire le stesse cifre nel momento in cui lo stesso prodotto fosse destinato a più piattaforme e quindi perdesse il suo valore commerciale. INTERNET Per il 201518 Sky versò 573 milioni e Mediaset 370: entrambe avevano le dirette delle prime 8 squadre, Sky anche l’esclusiva sulle restanti 12. Il pacchetto per Internet, con base d’asta 109 milioni per 3 partite a giornata escluse le serali, andò deserto. Ora l’Antitrust chiede alla Lega che il segmento per il web abbia «pari dignità» di quelli della pay tv e non sia «ancillare» rispetto alle offerte tradizionali. Ma anche i prezzi, a quel punto, dovrebbero allinearsi. È da vedere se la rivoluzione dei new media nel calcio si concretizzerà già in questo ciclo o se bisognerà attendere il prossimo. Tutto passa dalle scelte industriali dei soggetti potenzialmente interessati. Per esempio, Telecom ha annunciato in tempi non sospetti che parteciperà all’asta per i diritti della A, poggiandosi sulla piattaforma TimVision che opera sulla banda larga, ma con che tipo di esborso? Si era ipotizzata un’alleanza con l’emergente Discovery o con Mediaset per abbinare i diritti sul digitale terrestre a quelli sul web, ma tutto è legato al doppio ruolo che gioca Vivendi in Telecom e Mediaset. Come detto, tanti interrogativi da sciogliere. L’obiettivo di Infront è ambizioso: incassare 1,4 miliardi annui, cioè 200 milioni in più, dall’intera vendita, diritti esteri compresi.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.