“Effetto Ljajic. Effetto trio delle meraviglie. La somma produce una notte con vista Champions. Un Torino della stessa materia di cui sono fatti i sogni dei tifosi granata si prende tutto al Barbera e irrompe nella zona nobile della classifica, al 4o posto in condominio con Napoli e Lazio, conquistando la terza vittoria di fila (5o risultato utile consecutivo). Travolto un Palermo generoso, ma troppo tenero in difesa nel giorno della sua millesima in A: l’illusorio gol di Chochev lascia il posto ad alcuni strafalcioni della retroguardia pagati a caro prezzo. Niente da fare: i rosanero non riescono a sfatare il tabù della prima vittoria in casa e devono bere l’amaro calice della sconfitta. E Zamparini, manco a dirlo, riflette già a Vergiate sulle scelte di De Zerbi e sul rendimento altalenante della sua squadra. CAPOLAVORO Mihajlovic, invece, sull’onda dell’entusiasmo dopo le vittorie su Roma e Fiorentina intrise di bel gioco, iscrive a referto anche a Palermo undici leoni, in grado di attaccare subito alto, oltre la fanteria pesante dei centrocampisti siciliani. L’avvio non è dei più semplici, perché i rosanero vorrebbero schiodare subito il match in un giorno così speciale. E ci riescono pure con Chochev, abile a saltare più in alto di Benassi su uno spiovente di Diamanti. Ma col passare dei minuti un giocatore a lungo atteso (dal 28 agosto) decide di issarsi al di sopra di tutto e di decidere la partita, proprio quando il Toro comincia a dispiegare appieno il suo gioco d’attacco con i movimenti intelligenti di Belotti e Iago Falque. Uno, due e Ljajic firma il sorpasso con un siluro all’incrocio e con un tracciante sul palo più lontano alla Del Piero. BUIO, TANTO BUIO Le luci a Palermo si spengono in tutti i sensi: Fabbri è costretto a sospendere per 1’ la gara al 20’ per un calo di luminosità dell’impianto del Barbera e dovrà ripetersi nel finale per 3’. La gente non gradisce e urla ironicamente a Zamparini di pagare le bollette. Ma la rabbia dei tifosi si condensa soprattutto nel senso di impotenza nel vedere il Torino straripare in attacco, mentre Vitiello e Andelkovic si mostrano inadeguati in marcatura. Al 45’, la partita è già finita: ci pensa Benassi a infilzare Posavec al culmine di un’azione orchestrata da Belotti e rifinita da Baselli e a lanciare il Toro in alto, dove osano i migliori. VOLA IL FALCO Il Palermo avrebbe pure la pretesa di giocarsela con un tiquitaca, ma non avendone le possibilità tecniche. Verticalizzazioni col contagocce e la sfortuna, bisogna dirlo, di perdere subito Bentivegna, che qualcosa in termini di velocità avrebbe potuto dare nei sedici metri. Il Torino, invece, avanza spedito e mo al gol in avvio di secondo tempo e poi serve l’assist per il 41 finale di Baselli: Posavec non riesce a impedire che il pallone oltrepassi la linea di porta. C’è il tempo ancora per una traversa di Chochev, nata da una mischia, e per poco altro: il gioco dell’oca rosanero riporta tutte le buone intenzioni al punto di partenza. RECORD E così Mihajlovic eguaglia il Toro di Ventura della scorsa stagione dopo 8 giornate (con la differenza che il serbo lavora sul gruppo da 3 mesi, l’attuale c.t. azzurro ciera arrivato dopo 5 anni di gestione). E domenica il tecnico può vincere il braccio di ferro con la Lazio, in coincidenza con l’insidiosa trasferta del Napoli nel nuovo Scida, la tana del Crotone. La scorsa stagione i granata inciamparono nella fatal Carpi alla 7a giornata: sarebbero andati in testa per qualche ora (era l’anticipo del sabato), stavolta l’analoga trasferta di Palermo per indice di pericolosità si rivela solo un propellente per l’entusiasmo: basta con la logica del braccino, adesso sognare in grande stile si può”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.