L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e in particolar modo su Tonali che intende curare la propria ludopatia.
Dopo la caduta Sandro Tonali sta già provando a rialzarsi. Ha ammesso l’errore a se stesso, a chi gli sta vicino e lo farà anche quando verrà ascoltato dalle Procure. Negare gli sbagli, o meglio il disturbo da gioco d’azzardo, sarebbe controproducente sotto ogni aspetto. A partire da quello strettamente personale, umano: motivo per cui ha già iniziato un percorso di recupero, rivolgendosi a uno psichiatra di fama con cui confrontarsi e individuare una strada da seguire per riemergere. Non avrebbe senso nemmeno sviare le domande dei procuratori di Torino e Figc, con la scusa di scommesse su altri sport o l’aver puntato su piattaforme che credeva legali. Confesserà gli errori, l’incapacità di frenare la voglia da gioco: un problema serio, che però non va oltre altri confini. Ecco perché, superato l’imbarazzo iniziale, ha scelto di rivolgersi a un professionista italiano. Curerà la ludopatia: per un giovane uomo è una necessità per guardare con serenità al futuro, ed è un obbligo per la sua carriera di calciatore di primo piano. Un patrimonio: per il Newcastle dal valore di 80 milioni, la cifra pagata in estate al Milan per portarlo in Premier.
Tentazione Il tema corre su due binari paralleli: personale-sociale e sportivo. In Tonali possono trovare una sintesi: è conosciuto da tutti, appassionati di pallone e non solo. Potrà sfruttare la sua immagine per rivolgersi ai più giovani, senza distinzione (dai campi da calcio alle scuole): l’errore commesso, grave, rischia di rovinare vite e carriere. «Non fatelo anche voi»: se lo dirà Sandro Tonali potrà avere un valore. Un solo errore può essere il primo inciampo a cui ne seguiranno altri, fino a renderli incapaci di rialzarsi, come finora era stato per lui: un gioco sbagliatissimo, una tentazione a cui cedere per noia, nei momenti di solitudine. Sandro non è l’ingranaggio di un sistema, ma il sistema lo ha coinvolto senza che avesse la forza, e la lucidità, per opporsi. Presto sarà lui a spiegarlo in prima persona. Il riassunto è quello che ha fatto agli affetti più cari, la fidanzata Giulia, la famiglia, gli agenti per cui è più di un semplice assistito. In mezzo allo sconforto totale ha fissato tre step: l’ammissione di colpa, l’accettazione di quello che ne conseguirà e il desiderio di uscire da questa brutta storia come persona migliore e giocatore più consapevole.