“La vicenda Taranto continua a tenere banco. La discussione si arricchisce di altri due capitoli. Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, utilizza il sito internet dell’associazione per esprimere il proprio pensiero. Elisabetta Zelatore, primo dirigente della società rossoblù, difende l’operato della propria società. Nel suo breve intervento, Tommasi si lancia in un potente parallelo. «Mentre a Londra seminavano morte e terrore nelle vicinanze del parlamento inglese a Taranto un gruppo di teppisti incappucciati aggrediva la squadra impegnata nella seduta di allenamento. Non vorrei assolutamente confondere la gravità dei due eventi, ma noto come in entrambi i casi c’era un coltello. Qui non si scherza… A Londra è scattata la massima allerta. A Taranto, in Italia, saremo capaci di far scattare le misure di sicurezza adeguate? Basterà non giocare a Taranto per qualche settimana? (la partita con laPaganese si recupera il 19 aprile, ndc). Basterà denunciare, indignarsi, “daspare” o arrestare? Senz’altro bisognerà fare qualcosa tutti insieme perché nell’uno e nell’altro caso il coltello dalla parte del manico, in tutti i sensi, ce l’hanno loro». LA DIFESA Mentre le indagini stanno proseguendo anche con l’analisi di filmati raccolti attorno allo stadio, è arrivata la difesa in due atti del club ionico: la lettura di un comunicato («le parole hanno un valore e vanno pesate e non vogliamo equivoci») e varie puntualizzazioni: il possibile futuro disimpegno («garantendo la gestione ordinaria sino all’ultima partita della stagione»), il desiderio di normalità («vogliamo chiudere questa parentesi, c’è voglia di tornare al calcio giocato ribadendo che altrove è anche successo di peggio»), chiarezza su polemiche nate da un presunto ritardo nella segnalazione dell’aggressione alle autorità competenti («si può facilmente risalire agli orari delle telefonate fatte dai nostri collaboratori ai dirigenti della Questura»).
IL COMUNICATO La società respinge ogni collegamento tra il comunicato di domenica sera dopo la sconfitta di Messina e il blitz operato tre giorni dopo. Creare un rapporto di causa ed effetto è «strumentale, improprio e fantasioso». «Un comunicato ufficiale — si legge — diramato da una società per esprimere il proprio disappunto per lo scarso rendimento dei propri dipendenti è del tutto legittimo. E’ intollerabile affermare, peraltro ex post, che abbia fatto violenza almeno come e quanto trenta signori incappucciati». Le dichiarazioni di Stendardo (sarà sanzionato perché ha rotto il regime di silenzio stampa) non sono state commentate. La società, come con Altobello, proverà a ricucire il rapporto con una precisazione. «La situazione è in evoluzione. Vogliamo recuperare tutti i tesserati. E’ chiaro che stiamo facendo le nostre verifiche. Se loro o altri non se la sentiranno di svolgere pienamente il proprio lavoro ne dovremo prendere atto»“. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.