“Italiani brava gente. C’è una classifica nella quale gli azzurri sono in testa e non temono sorpassi. Una classifica nella quale non sono le prodezze di Buffon, dei «bastardi» difensori o dell’attacco a fare la differenza. No, qui il merito è solo dei tifosi, considerati un modello da seguire in un Europeo segnato da brutture e incidenti. Una bella medaglia da metterci sul petto: il riconoscimento arriva dalle varie intelligence che stanno collaborando con Uefa e gendarmeria in vista degli ottavi e quindi di possibili nuovi guai. OCCHIO AI CROATI Incrociando una serie di dati e parametri (precedenti, rischio hooligan, sede della partita, frizioni anche geopolitiche tra le nazioni in campo, abitudini delle tifoserie, alleanze e altre informazioni presenti nei database delle varie polizie) si scopre che il match più pericoloso di questa tornata è stasera a Lens: sono attesi i croati, già protagonisti di varie scorribande e in più ci saranno i portoghesi, comunità numerosa e focosa. Quindi allerta massima. Così come preoccupano le faide tra i polacchi, oggi (si gioca alle 15, quindi un orario più controllabile) annunciati in un buon numero a Saint Etienne. Poi ci sono le 4 britanniche (c’è il derby tra Galles e Irlanda del Nord), con automatici problemi di ordine pubblico e gli agenti nel mirino anche a causa del forte consumo di alcool. Altre preoccupazioni arrivano dai match con Francia (contro l’Irlanda) e Belgio (sfida l’Ungheria): queste due nazionali possono essere oggetto direttamente o indirettamente di attentati terroristici. Quello sventato a Bruxelles ha riportato l’attenzione su un pericolo che sembrava sopito, ma invece resta sempre la priorità del governo francese. Non solo, preoccupano pure i tifosi ungheresi, indisciplinati e inclini agli scontri. IL PARADOSSO E Italia-Spagna? Considerata la più sicura, almeno per quanto riguarda le tifoserie. I controlli saranno lo stesso massicci anche perché si gioca a Saint Denis, simbolo dell’Europeo e quindi possibile obiettivo sensibile di un attentato in grande stile. Ma la sorpresa arriva dal primato dei sostenitori italiani: hanno un profilo di bassissimo rischio. Al netto del possibile cretino (le statistiche non possono prevederlo), ci sono vari fattori che contribuiscono alla leadership. In primis: i gruppi organizzati non sono interessati alla nazionale se non al livello personale. Chi segue gli azzurri sono famiglie, turisti e soprattutto emigranti, che vedono la squadra di calcio come un motivo d’orgoglio e di certo non pensano a provocare incidenti. Di più: l’italiano è negli ultimi posti per il consumo di alcool prima e durante la partita. Non rientra nelle nostre abitudini, eliminando una possibile causa scatenante di disordini. Insomma, siamo considerati da Uefa e forze dell’ordine la tifoseria perfetta (a nostro vantaggio parlano le tante partecipazioni a Mondiali ed Europei, mentre in questa classifica non rientrano per ora tifoserie alla prima esperienza, come quella islandese), un bel paradosso visti i problemi costanti duranti i nostri campionati, con daspo, curve chiuse e continui scontri. Fuori dai nostri confini, invece, ci comportiamo da perfetti scolaretti: le ultime segnalazioni di problemi causati da tifosi italiani risalgono al 1990, quando ospitavano noi il Mondiale. Provocazione: e se giocassimo pure la Serie A all’estero?“. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.