Gazzetta dello Sport: “Terapia De Zerbi. Un 4-3-3 flessibile e Guardiola nel Dna”
“La base di partenza sarà il 4-3-3, il modulo con cui Roberto De Zerbi ha conquistato Foggia. Chi lo conosce, lo definisce un innovatore. Avendo fatto bene a Foggia, viene naturale accostarlo a Zeman, ma il loro modo di intendere il calcio è diverso. Il boemo si è sempre affidato alla corsa e alle verticalizzazioni. De Zerbi, invece, predilige il possesso palla e il gioco sulle fasce. Con lui, l’azione comincia dal portiere, i terzini sono delle vere e proprie ali, gli attaccanti si muovono tantissimo e il centravanti (di solito) segna parecchio. Più che Zeman, il suo modello è Guardiola che De Zerbi è andato a studiare a Monaco qualche anno fa. In Italia i suoi punti di riferimento sono Sarri, Spalletti e Montella, tutti allenatori che amano giocare palla a terra, così come Pasquale Marino, il suo primo maestro. Certo dal Darfo Boario (Eccellenza emiliana, stagione 2013-14) al Palermo il passo è lungo, ma chi conosce bene De Zerbi è sicuro che abbia le caratteristiche necessarie per sfondare anche in A. Avrà bisogno di tempo, questo è ovvio, ragion per cui se Zamparini vorrà raccogliere i frutti della sua intuizione, deve sforzarsi di avere pazienza.
MODULO NON BLINDATO Dicevamo del modulo: il 4-3-3 è la base, ma De Zerbi non è un integralista. A Foggia in alcune circostanze ha giocato con la difesa a 3 oppure con il 4-2-3-1. Saranno i giocatori in organico a indicargli la soluzione più adeguata. La certezza più che nel modulo sta nell’atteggiamento: De Zerbi preferisce giocarsela, sempre, indipendentemente dall’avversario. Anche contro le grandi, con cui questo Palermo avrà poco da perdere a prescindere.
GRAN SALTO IN A Il Foggia dell’anno scorso divertiva e dominava. Ovviamente un conto è la Lega Pro affrontata con una squadra attrezzata per vincere, un altro è la Serie A fatta con una squadra tecnicamente non eccelsa e l’obiettivo di salvarsi. Sulle scelte degli uomini al momento si possono fare solo ipotesi. L’abilità di Posavec nel trattare il pallone coi piedi sarà apprezzata da De Zerbi che anche ai difensori chiede di giocare sempre il pallone, di non buttarlo via, a costo di prendersi qualche rischio. A centrocampo De Zerbi tenderà a privilegiare la qualità alla quantità: meglio uno dai piedi buoni che un cursore sette polmoni.
DIAMANTE D’ATTACCO È in attacco che De Zerbi dovrà necessariamente inventarsi qualcosa: da domani avrà a che fare con molti ragazzi di talento (Sallai, Embalo, Bentivegna, Lo Faso), ma poca esperienza, eccezion fatta per Diamanti che De Zerbi spera possa diventare per il Palermo ciò che Vincenzino Sarno è stato per il Foggia: un trequartista mancino, fantasioso, dal dribbling facile, da schierare sul lato destro del tridente, in modo da concedergli la battuta a rete nel momento in cui si accentra. Oppure da falso nueve, esattamente come ha fatto con Sarno a Foggia in assenza di Iemmello. Un falso nueve però bravo ad arretrare per favorire gli inserimenti degli esterni. Almeno inizialmente però, il terminale offensivo dovrebbe essere Nestorovski. Il macedone finora non ha convinto: tanto impegno, ma poca concretezza. Sarà anche rude tecnicamente, ma in Croazia Nestorovski, giocando vicino alla porta, ha segnato tantissimo (69 gol in 90 partite). Ed è quello che proverà a fare De Zerbi: avvicinarlo alla porta. Che poi è la stessa che gli è riuscita con Iemmello, l’ex bomber del Foggia appena passato al Sassuolo, che Zamparini avrebbe voluto fargli trovare in rosanero”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”