Gazzetta dello Sport: “«Taccante» di razza, entra ed è supergol. Lapadula decisivo: «Sogno realizzato»”

“Il tacco è soprannaturale per definizione. Fa una comparsa addirittura nella Bibbia, insidiato da un serpente, e nell’Iliade rende umano Achille, il più forte dei guerrieri ma pur sempre un mortale. Il calcio, nel suo piccolo, conferma: il tacco dice chi sei. Balotelli lo usò in un uno contro uno col portiere dei Galaxy: invece di calciare, si girò e tentò un colpo assurdo. Roberto Mancini, che al tempo allenava il City, lo sostituì per direttissima (e per punizione). Lapadula ieri lo ha usato senza concessioni all’estetica, come è naturale per un attaccante: su quel tiro di Suso, il tacco era semplicemente la soluzione migliore. Gol, 2­1 Milan e serenità pre­derby. IL PRECEDENTE Il tacco è l’unica cosa che si ricordi della partita di Lapadula e anche questo è molto coerente. Gianluca a Pescara ha segnato con rovesciate da Shaolin Soccer ma resta un 9 che vive di gol. Montella gli ha concesso 11’ più recupero e lui li ha usati per due passaggi, due falli e una palla persa. Fin qui, niente. Quello che conta però è il tiro, alla prima palla toccata: è arrivato dopo 2’26’’ ed è il primo gol della sua vita in A. Tredici anni fa, era novembre, ci riuscì anche Amantino Mancini, che si chiama come Roberto ma non gli fece un regalo. Il Mancio allenava la Lazio e Amantino, che non aveva mai segnato in A, inventò il gol della vita in un derby: tacco al volo. Nella Roma quel giorno giocò anche Montella, che ieri ha apprezzato: «Gianluca ha uno spirito da combattente, è entrato con una rabbia che questo Milan deve avere sempre. Sono particolarmente contento del suo gol, da attaccante vero». Poi il confronto, inevitabile, con la partita grigia di Bacca: «Perché Lapadula ha giocato poco da titolare? E’ partito in ritardo come preparazione e Bacca è tra i migliori attaccanti d’Europa. Il lavoro e le prestazioni ti portano a scalare gerarchie». Conclusione: impossibile dire chi giocherà dall’inizio nel derby. PARLA LAPA Suso in zona mista ha fatto il simpatico: «Ho visto Gianluca da solo e gli ho dato la palla un po’ forte…». Sa anche lui che quello era un tiro, però l’intenzione non sposta il senso: Lapadula è stato furbo. Era al punto giusto – il calcio è anche coincidenze – però non ha smesso di pensare al gol. Il replay spiega: quando la difesa del Palermo respinge, il 9 bianco cerca il pallone con gli occhi, fa due passetti, immagina tutto prima. Molti tifosi milanisti, guardando quel secondo di appoggi frenetici, avranno fatto un pensiero: Inzaghi! La gestualità è la stessa, come l’approccio iper­concentrato: «Io quando sono in area a volte non becco nemmeno la palla, ma oggi ho avuto un po’ di fortuna – ha detto Gianluca ­. E’ venuto un bel gol». Poi, con uno sguardo a lungo periodo: «Questa non è la chiusura di un cerchio, ma l’inizio di un cammino importante. Il gol è un sogno che si realizza, farò di tutto per ritagliarmi spazio. Gioco poco? in una società così sono importanti anche 3 minuti». GALLERIA In una società così i gol di tacco cambiano le giornate. Menez ne segnò uno irreale nel 5­4 a Parma del 2014, Pazzini chiuse in quel modo – spalle alla porta – una partita a Bologna del 2012, Ibrahimovic da specialista del genere tornò sul palco per il bis: gol di tacco contro l’Internacional nell’estate 2011 e a Novara cinque mesi dopo. YouTube testimonia tutto ma non fa vedere il tacco di Papin del 1993. Erano i quarti di Coppa Italia e a San Siro c’era una gran nebbia, però le maglie dell’avversario si riconoscono: bianche con inserti neri e azzurri. Nel mese del derby, non serve spiegare che squadra fosse: l’Inter”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.