Gazzetta dello Sport: “Stellone, nel destino sempre Frosinone: «Emozioni forti, ma in A dobbiamo andare noi»”
“Ventuno maggio 2011: Roberto Stellone lotta con forze più grandi di lui in mezzo all’area di rigore del Matusa: ha quasi 34 anni, è appena entrato al posto di Zigoni (toh, quello del Venezia appena eliminato domenica…), gli infortuni non gli danno tregua, il Sassuolo vince già 2-1 e lui vede quel pallone appena sfiorato di testa perdersi sul fondo: è l’ultima cosa che fa da calciatore del Frosinone davanti alla sua gente. In quel momento drammatico, mentre i ciociari sono ormai aritmeticamente retrocessi dalla Serie B in Lega Pro, si compie anche il suo destino: nelle immagini di repertorio, per un attimo, il vecchio centravanti col numero 90 sulle spalle, disperato, rivolge gli occhi alla tribuna, forse cercando lo sguardo del suo futuro pigmalione, il presidente Maurizio Stirpe, e quel pallone volato via per magia ritornerà presto in campo, a rotolare per lui. Come vorrà lui. Per una scintilla accesa al momento giusto. SCALATA Perchè il tecnico del Palermo, che domani sfida il suo passato carico di istantanee luccicanti, conosce bene il seguito della storia: all’ingresso in campo, al Barbera, un lungo brivido lo attraverserà da capo a piedi. Frosinone è stata la sua rinascita sotto le vesti di allenatore e lui, a 24 ore dal match, non può far finta di nulla: «Sarà una gara emozionante, inutile nasconderlo, ma al fischio d’inizio finirà tutto, com’è giusto. Questo è uguale anche per me, proverò emozioni fortissime, perché a Frosinone ho passato anni importanti ammette il giorno dopo la vittoria sul Venezia – avrò quelle sensazioni particolari che solo un ex come me può provare». E già, perchè quel Frosinone in cui ha chiuso la carriera da giocatore la settimana successiva a Livorno, il 29 maggio 2011, sarà il nuovo libro dei sogni nel quale l’ex centravanti scriverà a lettere cubitali di uno scudetto Berretti vinto nel 2002, di una promozione in prima squadra decisa proprio da Stirpe nell’estate di quell’anno e, quindi, dopo la prima stagione chiusa al 7° posto in Lega Pro, due salti di categoria esaltanti lanciando la Ciociaria nell’elite del calcio. Un leone in panchina tra i leoni frusinati in campo. […]”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.