L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” parla di “professionismo al femminile”. È l’emendamento alla legge di Stabilità presentato ieri dal senatore Tommaso Nannicini (Pd) e dalla senatrice Susy Matrisciano (5 Stelle), con l’appoggio dell’Assocalciatori, che ha partecipato all’incontro di illustrazione dell’iniziativa con il vicepresidente Umberto Calcagno e la responsabile del calcio femminile, Katia Serra. In pratica, le atlete- il discorso è chiaramente rivolto agli sport di squadra, non solo calcio ma anche pallavolo, ma Nannicini cita pure basket e rugby – diventerebbero professioniste alla pari degli uomini. In cambio, le società che stipuleranno questo genere di contratti sportivi, potranno richiedere per tre anni «l’esonero del versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali e assistenziali, entro il limite massimo di 8mila euro su base annua». Per coprire i costi di questo intervento, l’emendamento prevede stanziamenti di 4 milioni per il 2020 e di 8 per 2021 e 2022. Ieri, in occasione dell’emendamento, dalla romanista Elisa Bartoli alla juventina Sara Gama, le calciatrici sono scese in campo per dire: «Basta rinvii, i tempi sono maturi». Le somme che i due senatori chiedono di stanziare, dovrebbero essere sufficienti per il cambio di status di un migliaio di atlete. Nel pomeriggio – prosegue il quotidiano -, la notizia è stata accolta senza commenti sia dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora sia dal presidente della Figc, Gabriele Gravina. La sensazione è che ci sia un certo scetticismo sulla«sostenibilità» della proposta. La Federcalcio, che s’è messa al lavoro per un fondo maternità e pensione, è impegnata a sostenere la proposta che combina crediti di imposta per i club da reinvestire in vivai, formazione e infrastrutture. «Ma si tratta di due iniziative che possono andare avanti insieme», dice Calcagno. In ogni caso, una strada va trovata.