Gazzetta dello Sport: “Silvio ora tocca a te, cinesi pronti alla firma. Berlusconi indeciso, presto la scelta finale”

Vero e proprio rebus per il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, che tra poche ore dovrà decidere se cedere o meno la quota maggioritaria del club rossonero ad una cordata cinese. Di seguito i dettagli riportati dall’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”: “C’ è un dilemma nel conto alla rovescia di Silvio: cedere o no la maggioranza del suo Milan? La risposta è attesa a breve. E stavolta non sono previste scorciatoie. Un anno fa, con una piroetta, il patron rossonero riuscì a tenere Mr. Bee al 48% e s’illuse di trovare, strada facendo, le risorse per risollevare la sua creatura. Così non è stato. Il broker thailandese è scomparso con le sue promesse. Invece nelle ultime settimane ha preso consistenza l’offerta di una cordata cinese che sinora ha dato garanzie di affidabilità economica e di riservatezza. Requisiti che hanno evidentemente catturato l’interesse del management Fininvest. I NOMI Ieri si è anche alzato il velo sull’identità del capofila degli acquirenti. Una strada porta a Jack Ma, proprietario di Alibaba, gigante dell’e­commerce. Tuttavia negli ambienti milanesi che contano viene fatto anche il nome di Li Ka Shing, il magnate che guida il colosso (tra l’altro) della telefonia Hutchison Whampoa. Ieri da via Paleocapa non sono filtrati commenti, anche per tener fede al patto di segretezza. Si comprende, comunque, come non siano ancora usciti allo scoperto imprenditori di questa rilevanza. Sinora con il gruppo di lavoro dell’advisor americano Salvatore Galatioto ha preso contatto una società di broker cinesi che, da un lato fa da paravento, ma ha dimostrato sin dall’inizio di avere appoggi finanziari significativi. SCENARI Secondo fonti internazionali tra gli acquirenti c’è di sicuro un’azienda con forti interessi nel mondo dei media. E sia Alibaba che Whampoa rispondono a questo identikit. Con ogni certezza la prossima settimana l’a.d. Pasquale Cannatelli e i suoi collaboratori attendono le garanzie bancarie che supportino l’offerta di circa 700 milioni da prospettare a Berlusconi per il 51% o più. Poi restano da compiere altri passaggi tecnici, ma è chiaro ormai che le trattative sono «serrate». Secondo alcuni la due diligence sarebbe in pieno corso, per altri sarebbe addirittura già terminata: la realtà è che il bilancio rossonero è già stato studiato nei minimi particolari. Così non è lontano il giorno in cui Berlusconi dovrà dare la fatidica risposta. In ambito finanziario si chiama trattativa in esclusiva. In termini più concreti sarebbe l’imprimatur alla definizione dell’affare, anticamera della chiusura. Magari cercando di strappare un prezzo di miglior favore. I DUBBI Facile a dirsi per chiunque, non per lui. Da anni ormai l’ex Cavaliere vive il suo rapporto con il calcio quasi in solitudine. La primogenita Marina, ad esempio, prese le distanze dal mondo rossonero nel lontano 2001, quando il padre (nottetempo) decise di spendere 80 miliardi di lire per Rui Costa nonostante le avesse promesso il contrario. Un aneddoto che fa il paio con l’odierna assemblea dei soci in cui gli a.d. Barbara Berlusconi e Adriano Galliani presenteranno un conto di 89,5 milioni di euro. L’ennesimo rosso che va in capo alla finanziaria berlusconiana, in una realtà sempre più a caccia di risorse per gli investimenti indispensabili ad assicurare un futuro alle aziende strategiche del gruppo. E l’AC Milan ormai da tempo non è più un business… CONTRADDIZIONI L’orgoglio del patriarca deve fare i conti con le ragioni del buon padre, consapevole delle difficoltà incontrate negli ultimi anni in famiglia. Sullo sfondo, non dimentichiamolo, c’è la cruenta separazione da Veronica Lario e l’esigenza di dar luce a tutti figli. Va letto in quest’ottica il compromesso di due anni fa, con il duopolio societario. La faticosa convivenza tra Barbara e Galliani, però, è la prova che questo assetto non funziona. Quei cinque allenatori bruciati in 25 mesi sono lo specchio di una frenesia ingannevole. Il pluri­scudettato Allegri è finito nella polvere, come i debuttanti Seedorf e Inzaghi e il pur robusto Mihajlovic. Mentre la recluta Brocchi rischia di pagare colpe solo in parte sue. UMOR NERO Insomma sono giorni tristi per il presidente che ha portato il Milan sul tetto del mondo. Ora anche i social mettono in dubbio la sua leadership calcistica e le critiche esterne hanno da tempo superato il livello di guardia. Eppure il re non si sente nudo. Chi frequenta Milanello ha saputo che ad Arcore è stato individuato un solo colpevole per la figuraccia di Verona: l’arbitro. Ovviamente è la testimonianza di uno stato d’animo combattuto. Nonostante il pessimismo dilagante intorno a lui, il proprietario milanista appare deciso a continuare sulla sua strada, sempre più solitaria. Il traguardo del ritorno in Europa, con l’obiettivo di vincere la Coppa Italia sono i must di un’impresa quasi disperata. Aggiungiamoci anche il concetto del Milan italiano, slogan di una gestione in prospettiva autarchica. Ma la grande opportunità cinese è lì dietro l’angolo. Quale Silvio prevarrà di fronte a quel contratto da controfirmare? La penna è pronta? O troverà il modo per succedere ancora una volta a se stesso? Inseguendo il più incredibile dei rilanci”. 

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Redazione Ilovepalermocalcio