Gazzetta dello Sport: “Serie B. Un vero caos. Di Nunno: «Ci stanno distruggendo. Santopadre: «A questo punto ci sentiamo in B»”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caos serie B riportando le parole del patron del Lecco Di Nunno e del Perugia Santopadre.
La parola d’ordine è «aspettiamo le motivazioni», seguita da un prudente «ci sono ancora due gradi di giudizio». Ma l’indicazione del Collegio di Garanzia del Coni è chiara: la Serie B, presentata in pompa magna una settimana fa a Como con il nuovo calendario, rischia di essere stravolta. Non per il ricorso della Reggina, giudicato «inammissibile e in parte infondato», confermando l’esclusione dal campionato e di fatto riammettendo il Brescia. Ma per quello accolto del Perugia contro l’iscrizione del Lecco. Anche il Foggia aveva fatto ricorso per lo stesso motivo, ma anche lui è stato respinto al mittente. Come il Siena, escluso dalla C. No, solo il Perugia si sente vincitore. Con tutte le cautele del caso, ma con uno scenario che prende quota: una B a 21 squadre.
Lo scontro La gioia del Lecco è durata dieci giorni. Promosso con merito in B dopo aver vinto i playoff e poi costretto a tremare per l’iniziale bocciatura dell’iscrizione da parte della Commissione Criteri Infrastrutturali della Figc ma ammesso dal Consiglio federale del 7 luglio dopo il parere, stavolta positivo, della commissione stessa. Il Collegio di Garanzia ha accolto il ricorso del Perugia accendendo la battaglia legale che vivrà le prossime tappe al Tar (2 agosto) e poi al Consiglio di Stato (29). Un vero caos. Con il Lecco che si sente in B anche perché già stato inserito nel calendario (non come la Reggina, sostituita da una X) facendo partire il mercato: ragioni che farà valere nei prossimi gradi.
In aula Il Perugia ha fondato il ricorso sulla perentorietà dei termini per le iscrizioni. Come noto il Lecco, promosso il 18 giugno, non è riuscito a presentare la documentazione completa relativa allo stadio: l’impianto di casa non è agibile per la B, il club ha scelto l’Euganeo di Padova ma per la mezzanotte del 20 giugno, poco più di 48 ore dopo la promozione, mancavano le certificazioni delle autorità venete, arrivate solo 3 giorni dopo. L’avvocato del Perugia, Loredana Giani, ha detto: «Se per la Federazione si possono scavallare i termini, viene da chiedersi che cosa sia la perentorietà, prevista a tutela della correttezza del campionato. Si dice che il Lecco avesse poco tempo, ma nessuno vietava al club di muoversi in anticipo. Perché la Federazione non ha prorogato il termine se lo slittamento della finale dall’11 al 18 giugno è stato giudicato tanto straordinario da invocare la forza maggiore? Questa dilazione interpretativa del termine perentorio è ingiustificabile»
Ora il Lecco attende le motivazioni che arriveranno entro giovedì. Quindi farà ricorso al Tar, secondo round della complicata vicenda. Intanto Gino Di Nunno, vicepresidente, ha tuonato: «Faremo valere le nostre ragioni ovunque. Intanto mi chiedo come può fare la squadra ad allenarsi in questi giorni con un peso così sulle spalle. Ci stanno distruggendo. Non so neanche come si possa ripartire dopo una mazzata del genere, ma faremo di tutto pur di vincere anche questa partita». Trionfante invece Max Santopadre, presidente del Perugia: «Aspettiamo le motivazioni, però sono state fatte valere le nostre ragioni. A questo punto ci sentiamo in B».