L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul campionato di serie B e sul Parma.
Squadra che si vince si cambia. Fabio Pecchia va oltre il luogo comune per disegnare il suo progetto. In 11 partite il Parma non è mai sceso in campo con la stessa formazione della gara precedente. E non per infortuni o squalifiche, ma per precisa volontà dell’allenatore che intende coinvolgere tutti i giocatori. E’ un metodo che, finora, ha dato i frutti desiderati, se si pensa che i 23 gol sono stati realizzati da 9 uomini diversi (Benedyczak 6, Man 5, Bernabè e Colak 3, Partipilo 2, Bonny, Circati, Hernani e Charpentier 1).
Pecchia predica l’importanza del collettivo, ripete sempre che si gioca in 16 e non in 11, e il suo obiettivo è tenere tutti sulla corda. Altro aspetto che spiega la gestione del gruppo: sono 7 le reti realizzate da chi è subentrato. L’allenatore, e lo ha dimostrato in questo inizio di stagione, cura nei minimi dettagli la preparazione delle partite. Ma ciò che risulta maggiormente evidente con il metodo Pecchia è la crescita psicologica di tutta la squadra: adesso, a differenza del passato, gli emiliani lottano, si sacrificano e si sono calati nel classico clima della B.