L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’acquisto fatto dal Como, Gabriel Strefezza che si è reso subito protagonista contro la Ternana.
Gabriel Strefezza si è presentato così: gol decisivo a Terni e numeri da campione. Facile indicarlo come il migliore in campo. Se il Como è tornato alla vittoria e si è ripreso il terzo posto alle spalle di Cremonese e Parma il merito è del nuovo, costoso, acquisto. La volata per la A sarà lunga e combattuta, ma sul lago sono pronti alla battaglia e hanno fatto tutto il possibile per mettersi nelle condizioni di lottare fino alla fine.
Gioiello Strefezza è il gioiello aggiunto alla collezione di preziosi comaschi, l’uomo che deve far la differenza e garantire il salto in alto. Come fece a Lecce due anni quando con 14 gol trascinò la squadra di Marco Baroni alla promozione in serie A. Ripetendosi, poi, nella scorsa stagione al piano di sopra con otto gol, risultando il miglior marcatore dei giallorossi del Salento. Tutto ciò non è bastato per garantirsi lunga vita a Lecce. Dalla scorsa estate la società non lo ha messo al centro del progetto e, pur utilizzandolo per 13 volte da titolare (per vari motivi assenze, squalifiche, infortuni dei compagni) ha fatto capire che non era un intoccabile. Gli esterni designati erano Almqvist e Banda, poi sono stati aggiunti Sansone e Pierotti e anche Oudin è stato indicato nel ruolo. Ieri in conferenza il direttore Pantaleo Corvino è stato chiaro:
«Sono stato criticato per aver preso Strefezza perché era fuori ruolo, oggi vengo criticato perché cedo un calciatore che da febbraio ha fatto un gol su rigore alla Salernitana. Devo pensare poi di prendere un giocatore al suo posto perché magari ne fa due. L’aspetto affettivo deve essere messo da parte». Così, l’offerta del Como, che pagherà cinque milioni al riscatto definitivo, si è rivelata utile per tutti. Strefezza, che ha risposto a chi lo messo da parte, segnando alla prima partita, è arrivato a Como trasferendo subito anche la famiglia: moglie e due bimbe. Per ora vivono in albergo, ma si sono già attivati per trovare casa in città, pur sapendo che il centro sportivo del club è a venti minuti da Como. Non ha potuto prendere il suo amato numero 27, perché era già occupato da Mathias Braunoder e così Gabriel ha optato senza alcun problema per il 21. Gli è tornato l’entusiasmo, ha già voltato pagina ed è pronto ad aiutare l’ambizioso club che ha investito tanto su di lui. Ricordandosi la lezione dei suoi allenatori di Spal e Lecce: giocando più vicino alla porta e accentrandosi può colpire e far male a chiunque. Come a Terni.