“Giù le mani dal Crotone. E’ il senso di un durissimo comunicato diramato dalla società calabrese, seconda e lanciata verso una promozione in A che sarebbe storica (traguardo mai raggiunto prima). Ma non è il Pescara (terzo a 7 punti dai rossoblù) la preoccupazione maggiore della dirigenza: a tenere banco in queste settimane sono vicende extracalcistiche, legate a un possibile sequestro dei beni di proprietà di Raffaele e Giovanni Vrenna, rispettivamente presidente ed amministratore delegato del club, comprese il Crotone. I FATTI Nelle scorse settimane la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha presentato ricorso dopo la decisione del tribunale di Crotone (risale al 16 gennaio) che non ha accolto la richiesta di confisca preventiva nei confronti dei fratelli Vrenna per loro attività d’imprenditori nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Secondo il il procuratore Giovanni Bombardieri e il sostituto Domenico Guarascio sono «socialmente pericolosi» tanto da richiederne anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per 5 anni. Un punto di vista opposto a quello del tribunale di Crotone che nella sentenza evidenza come i Vrenna siano «vittime dei clan». La Dda ha rilanciato, spiegando nel ricorso come ci siano elementi circostanziati e dichiarazioni di pentiti che vanno nel senso opposto. Spetterà alla Corte d’Appello di Catanzaro (che non ha ancora fissato l’udienza) decidere chi abbia ragione. «NOI VITTIME» Nel frattempo il Crotone ha reso pubblico il suo malumore per come la notizia è stata riportata dai media. «Se ci dovesse essere qualche perverso disegno inteso a neutralizzare quanto, con sacrificio e impegno, si sta portando avanti per dare un risultato storico a Crotone – si legge nella nota dei Vrenna – è bene che si sappia che non ci arrenderemo mai a tentativi di prevaricazioni strumentali e vili. S’insistono a fare titoli sulla proprietà del club da parte di imprenditori collusi. Tutto questo è grave, ingiusto e illegittimo. Si continua a enfatizzare il ricorso della Procura e a banalizzare il doppio controllo giurisdizionale che si è risolto in termini positivi. Si ribadisce che i fratelli Vrenna sono stati, e sono tuttora, vittime di angherie e vessazioni mafiose e non già conniventi»”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.