Gazzetta dello Sport: “Serie B, come corre il Parma. Numeri da promozione sicura”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sui numeri della promozione in A sicura e sul Parma.

Questo Parma è un Festival della Bellezza. Domina la classifica dall’inizio del campionato, gioca bene, corre, lotta, segna gol a raffica e il pubblico, rapito dalle emozioni, incomincia «a volare nel cielo infinito», come cantava Domenico Modugno. I numeri raccontano di una cavalcata esaltante: la squadra di Fabio Pecchia ha 51 punti dopo 24 partite (15 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte),6 sono le lunghezze di distacco dalle prime inseguitrici Como e Cremonese. E, a conferma di un percorso che nemmeno il più inguaribile ottimista avrebbe immaginato tale, ci sono 45 reti: miglior attacco del torneo. Fa bene l’allenatore e ripetere che bisogna restare con i piedi per terra perché il cammino è lungo, ma come si fa a frenare l’entusiasmo della gente?

Ciò che maggiormente impressiona del cammino di Pecchia e dei suoi ragazzi è la facilità con la quale costruiscono e segnano: 45 i gol. Il Parma di Scala era fermo a 27, e in quella squadra c’erano Marco Osio, Fausto Pizzi e Alessandro Melli. Il Parma di Guidolin era arrivato a 28 reti, con elementi come Cristiano Lucarelli, Reginaldo e Paloschi. Il Parma di Roberto D’Aversa, invece, aveva segnato 31 gol, con attaccanti come Emanuele Calaiò, Fabio Ceravolo e Roberto Insigne. La differenza si spiega soprattutto con l’atteggiamento tattico: quella di Pecchia è una macchina a trazione offensiva, gioca nella metà campo avversaria, palleggia, stordisce gli avversari con tocchi raffinati e poi, all’improvviso, piazza il colpo vincente.

La parola che descrive meglio il modo di stare in capo del Parma è: dominio. Pecchia pretende che «si faccia la partita», che non ci si appiattisca sulle mosse dell’avversario, che si cerchi sempre attraverso il coraggio di arrivare dall’altra parte del campo. Uno stile molto europeo. Se proprio un difetto bisogna trovare, sta nella mancanza dell’istinto del killer, cioè nell’incapacità di chiudere definitivamente i conti: troppi gol falliti, spesso per leggerezza, per inesperienza o per poca cattiveria sportiva. In ogni caso un altro dato tranquillizza la gente di Parma e la fa «volare»: quando una squadra, dopo 24 partite, ha conquistato almeno 50 punti, ha sempre raggiunto la promozione in A