Gazzetta dello Sport, serie A: “Thohir ce l’ha fatta: addio Mancini”

“Mancini­Inter, cronaca di un divorzio annunciato. Sulla panchina nerazzurra siederà Frank de Boer, che potrebbe essere già a Milano. Resta solo da capire con certezza quando e come società e tecnico di Jesi – proprio dove la squadra mercoledì mattina svolgerà la rifinitura a porte aperte in vista dell’amichevole serale contro il Borussia Mönchengladbach – troveranno l’accordo su come dividersi. E a cascata annunciare l’arrivo del tecnico olandese. Quasi di sicuro succederà tutto oggi, con la squadra alla Pinetina per un doppio allenamento che è già stato deciso che non sarà diretto da Mancini. BLITZ A LONDRA Frank de Boer è un vecchio pallino del presidente Erick Thohir che da Rio, dove sta seguendo l’Olimpiade come capo delegazione dell’Indonesia, avrebbe dato l’ultimo colpo ad un allenatore che pure sino a pochi giorni fa definiva ancora «il fuoriclasse dell’Inter». Della bozza di accordo con De Boer si sarebbe già occupato il potente consulente di Suning Kia Joorabchian, procuratore dell’olandese e nemico del Mancio dai tempi del City. De Boer firmerà un triennale da 1,5­2 milioni a stagione più bonus. Un ingaggio che lascerebbe libere le mani al club per accogliere Simeone tra un anno senza fare un bagno di sangue. Allo studio l’idea di affiancargli Cristian Chivu (peraltro ex Ajax) anche per questioni linguistiche. Dopo un approccio datato due settimane fa, sabato sera il d.s. Piero Ausilio è volato a Londra con il Ceo Michael Bolingbroke per parlare con De Boer e poi fare un report tecnico a Suning. Perché l’olandese – che in patria ha appena perso uno scudetto surreale – non sarebbe stato il primo della lista tra i sostituti di Mancini. Ed è girata voce anche di un contatto con l’ex Roma Garcia. SUNING SI RASSEGNA Appena Mancio ha saputo, ma non dal d.s., del blitz londinese ha avuto la conferma di essere ormai rimasto solo. Perché se è vero che gli attriti tra dirigenza e tecnico risalgono ai mesi scorsi, la situazione è degenerata dopo il tracollo di venerdì contro il Tottenham. Quell’1­6 ha dato fiato alla fronda anti Mancio e infastidito anche i cinesi. Che pure durante la settimana avevano mandato al tecnico un secondo segnale di grande apertura. Oltre al mercato di alto profilo e senza cessioni eccellenti, è arrivata la proposta di rinnovo. Un prolungamento di due anni, fino al 2019, a cifre congrue ma con una serie di postille legate alla Champions su cui i rispettivi avvocati si stavano confrontando. Mancio però avrebbe chiesto una forte penale in caso di esonero anticipato e soprattutto non avrebbe accettato di non essere coinvolto sul mercato. Come ritiene sia successo in questa estate surreale, in cui da centro di gravità nerazzurro è finito ai margini. Aveva chiesto Reus, Vermaelen e Touré, gli è stato risposto tre volte di no. ANCHE LA SQUADRA Questo ha convinto anche Suning a voltare le spalle a Mancini, per il quale non erano evidentemente più disposti a buttarsi nel fuoco (Bayern e Tottenham docent) nemmeno i giocatori. Tanto che nelle ultime ore ci sarebbe stato un sondaggio con gli uomini più importanti dello spogliatoio che hanno scaricato Mancio spiegando che sia a Riscone sia negli Stati Uniti il lavoro atletico e tattico non era stato per nulla intenso. TRATTATIVE L’aspetto paradossale di una vicenda in cui per certi versi hanno perso tutti è che è mancata l’arma del delitto. Mancini infatti non intendeva certo dimettersi. Il passo decisivo è toccato alla società. Che ormai pare rassegnata. Nella notte gli avvocati hanno cercato una risoluzione consensuale, che, a questo punto, lo stesso tecnico si è convinto a favorire, pur di chiudere una volta per tutte un triste capitolo della sua carriera. L’alternativa sarebbe stato l’esonero con relativo pagamento di circa 5 milioni netti. Se non altro, infatti, grazie all’incentivo all’esodo il club sa che non avrebbe dovuto versare 10 milioni lordi, ma una cifra inferiore perché cambierebbe la tassazione. L’annuncio come detto a meno di sorprese arriverà oggi, tanto che l’ufficio stampa è stato allertato per preparare il consueto comunicato. FINALE GIA’ SCRITTO Un finale ancora da scrivere ma impostato da mesi. Da quando cioè Thohir, ancora prima di cedere la maggioranza a Suning, ha prog ressivamente congelato Mancini, non informato degli sviluppi societari e col passare del tempo sempre meno coinvolto sul mercato. Al tecnico – cui peraltro lo stesso indonesiano aveva affidato tutto quando nel novembre 2014 esonerò Walter Mazzarri – è stato imputato il crollo dello scorso inverno che vanificò la partenza sprint e il sogno Champions e la scarsa valorizzazione di alcuni giocatori. Kondogbia in primis. Mancio ha rotto anche con Bolingbroke, ma il primo faccia a faccia con i cinesi, il 28 luglio a New York, aveva acceso la speranza che la nuova proprietà prendesse in mano la situazione, inserendo un uomo forte italiano. Invece la strada era segnata”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.