Gazzetta dello Sport, Serie A: “Tabella infortuni: Napoli d’acciaio, Palermo…” (FOTO)

“Maurizio Sarri ha detto in tempi non sospetti che «bastano 18 uomini per un colpo di stato». L’importante, però, è che godano sempre di buona salute. Soltanto così, infatti, è possibile per il Napoli sovvertire le gerarchie precostituite che a inizio stagione vedevano la Juve davanti a tutti. Merito di Sarri, certamente, ma anche della sinergia che si è venuta a creare tra staff tecnico e staff sanitario che sta producendo risultati strabilianti. Il medico sociale De Nicola e il preparatore atletico Sinatti sono solo la punta dell’iceberg di una equipe che a Castel Volturno è operativa dall’alba al tramonto (ieri nuovo controllo antidoping a sorpresa, dopo quello della settimana scorsa, e così i medici hanno lasciato la sede solo a tarda ora). Se il Napoli in 23 giornate di campionato ha avuto appena quattro calciatori infortunati per un totale di soli nove turni di indisponibilità, il merito va ripartito tra tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Così da Castel Volturno ci tengono a sottolineare che Grassi si è fatto male senza mai vestire la maglia del Napoli mentre Gabbiadini è finito k.o. in Nazionale, altrimenti soltanto Mertens e Chiriches si sarebbero alternati in infermeria. PEPE E PIPITA Lo staff medico del Napoli abbina tradizione e innovazione. Ad esempio, il club azzurro è stato il primo a studiare il Dna dei propri calciatori (compresi quelli del vivaio) perché il fattore genetico aiuta a chiarire il quadro clinico di un atleta. La prevenzione degli infortuni è maniacale, del resto De Nicola già negli anni Novanta utilizzava le tecniche posturali che oggi vanno per la maggiore (Donadoni e Costacurta furono curati così per una pubalgia nel 1991 proprio da De Nicola) mentre Raffaele Canonico, come De Nicola professore alle Temple University di Philadelphia, si occupa della nutrizione dei calciatori. Non si parla di una vera e propria dieta ma di programmi specifici di educazione alimentare (i cui effetti su Higuain sono abbastanza evidenti). Sui lettini della sala medica si vede spesso Reina, uno che lo scorso anno a Monaco ha giocato poco e si è infortunato molto. Lo staff sanitario azzurro si è assunto una grossa responsabilità facendosi garante della tenuta fisica dello spagnolo e così Pepe è rinato grazie al dottore Enrico D’Andrea, il guru della medicina manuale. I fisioterapisti Giovanni D’Avino, Marco Romano e Fabio Sannino e il massiofisioterapista Marco Di Lullo accarezzano di continuo i muscoli di Hamsik e compagni. Giocando ogni tre giorni, infatti, ci si concentra essenzialmente sul recupero della fatica neuromuscolare e sul riequilibrio posturale. Se poi si va comunque incontro a qualche acciacco, allora ci pensa il riabilitatore di campo Massimo Buono a restituire in tempi brevi a Sarri i calciatori infortunati. A lui, ad esempio, è affidato ora Grassi che sta già facendo «differenziato» dopo l’operazione al menisco e sarà disponibile tra due settimane e mezzo. FONDO, SOSTA E ALBERGHI Con Sarri l’empatia è stata immediata, sin dal ritiro di Dimaro il tecnico del Napoli ha capito come fare interagire i suoi uomini con quelli del Napoli. Importante in tal senso la figura di Corrado Saccone, preparatore ormai «storico» del club azzurro che si è messo a disposizione di Sinatti, il più giovane preparatore della Serie A. L’ex dell’Empoli ha il volto di un ragazzino ma carisma da vendere. La sua dote migliore risiede nella capacità di farsi seguire dai calciatori, specie da quelli più famosi. Ha lavorato sul fondo in modo classico durante il ritiro, ha fatto altrettanto durante la sosta natalizia (molte le doppie sedute). Il Napoli ha calciatori rapidi e brevilinei (Insigne e Mertens su tutti) ma impressiona per le sue doti di resistenza. Jorginho, non un mostro fisicamente, è spesso l’uomo che macina più chilometri in campo, Callejon è instancabile e Allan (che rientrerà domani contro il Carpi al pari di Hysaj) accelera quando gli altri calano il ritmo. Il turnover effettuato in Europa League è stato fondamentale per evitare accumulo di stress fisico e mentale da parte dei «titolarissimi», ma a fare la differenza sono sempre i dettagli: per la prima volta quest’anno dopo le trasferte europee (ma anche dopo il turno infrasettimanale contro la Lazio) il Napoli non è rientrato immediatamente a casa. Per volare in campo è meglio dormire in albergo che in aereo”. Questo è quanto scrive oggi “La Gazzetta dello Sport”. Di seguito una tabella:

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