Gazzetta dello Sport: “Serie A, scoppia lo scandalo Infront. Aste truccate, aiuti ai club amici e Mediaset: Preziosi salvato”

“«Qui ci mettono in galera». Se persino un dirigente Infront, Giuseppe Ciocchetti, sente puzza di bruciato per come il grande capo, Marco Bogarelli, sta gestendo i diritti tv della A, si capisce come l’inchiesta della Procura di Milano possa avere gli effetti di una Mani pulite del pallone e far crollare un sistema di potere abituato a cambiare le regole in base ai propri gusti e amicizie. Al centro un advisor (Infront) da sempre molto al di sotto dei sospetti, ma ora quel «si dice» non è una chiacchiera da bar, ma atti investigativi pesanti. Tremano in molti, i più potenti. E trema il calcio: da anni vive e spende al di sopra delle proprie possibilità, anche grazie ai soldi fatti arrivare da Bogarelli. Che infatti si comporta da padrone, cercando di favorire in tutti i modi quello che sembra un socio: Mediaset. Questo fanno intendere le due relazioni della Guardia di finanza: esiste un cartello in grado di condizionare le decisioni dei club di A, sfruttando il potere dei soldi. Infront e Mediaset alleate per ostacolare Sky; con la Lega, retta dall’asse Galliani-Lotito, in gran parte complice. C’è chi si oppone (Juve e Roma, ad esempio), ma non basta. Questo scenario ha portato i pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi a ipotizzare i reati di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza (la Covisoc). E le intercettazioni sembrano confermare questo terremoto che potrebbe avere risvolti anche politici: sullo sfondo to a trovare la mediazione per il bene del pallone. Almeno questa era l’impressione, ma le carte dicono altro. Secondo i magistrati la gestione Bogarelli nasconde complicate operazioni finanziarie all’estero mirate a far quadrare i conti di alcune società di A e B in difficoltà (eludendo i controlli Covisoc) e soprattutto l’assegnazione dei diritti gestita in modo irregolare. IL PACCHETTO C Da questo punto di vista sono eloquenti le intercettazioni di Bogarelli con Galliani («Bisogna fare pressione sulle altre squadre…», risponde quando il capo di Infront lo avvisa del possibile problema in assemblea dopo l’apertura delle buste) e quelle del presidente del Genoa, Preziosi. Il suo club rischia una penalizzazione in classifica, non ha i soldi per superare i controlli Covisoc e ha già perso il treno per la licenza Uefa. Gli servono 15 milioni e allora ottiene aiuto da Bogarelli. Il denaro arriva dalla Svizzera, secondo i finanzieri anche grazie all’intervento di Riccardo Silva, fondatore della MP&Silva che veicola all’estero i diritti tv della A. E Preziosi per sdebitarsi del salvataggio, a cose fatte, propone di dare in cambio ai suoi benefattori il 3% della Giochi Preziosi a un prezzo di favore, prima della quotazione in Borsa a Hong Kong della società, come viene spiegato a Silva in una intercettazione. Ma è solo uno dei mille rivoli dell’inchiesta. L’emblema è il «pacchetto C» dei diritti tv. Si tratta delle interviste del dopo partita. Sia Sky sia Mediaset presentano un’offerta, ma quella dei secondi è più alta (3,2 milioni). Tutto tranquillo se non fosse che il parere legale della Lega è tranciante: «assolutamente non valida», fanno sapere. Il motivo? I soldi sono condizionati a un accordo di sublicenza. In pratica il pacchetto dovrebbe andare a Sky, che aveva offerto 2,2 milioni. E qui entra in campo un advisor che tutto è tranne che super partes. Gli inquirenti fanno notare tutti i movimenti e le telefonate di Bogarelli (tirato per la giacca da Mediaset) per aggiustare la cosa. Nel menu ci sono anche le pressioni alle altre squadre, come da chiamata a Galliani, facendo leva sui soldi che Infront assicura ai club attraverso i vari contratti di consulenza. Quando la questione finisce nella mani di Bruno Ghirardi, avvocato della Lega, c’è un sussulto. Il legale s’impunta, fa notare al dirigente Infront Ciocchetti che non «può passare per scemo o in malafede» di fronte ai colleghi che difendono gli interessi delle società di A. I due interlocutori paventano gravi responsabilità («ci mettono in galera», dice Ciocchetti) e Ghirardi suggerisce la via di una trattativa privata perché quella prospettata da Bogarelli «sembra uscita dagli avvocati Mediaset». I finanzieri: «Atteso il suo ruolo di advisor, Infront dovrebbe agire garantendo assoluta equità, trasparenza e non discriminazione, garanzia che, dalla lettura delle intercettazioni, non è ravvisabile non solo per il pacchetto C ma anche per i pacchetti A, B, D, E». Come a dire, qui tutto è stato fatto stravolgendo le regole. ANCHE ABODI… L’inchiesta promette altre carte scottanti. Sembra molto rilevante lo scambio di telefonate tra Bogarelli e Andrea Abodi, presidente della Lega B. Il contendere è sempre lo stesso: i diritti tv con Infront che pretende d’inserire nel bando una clausola (canale con almeno il 3% di ascolto medio) cucita addosso a Mediaset, interessata a trasmettere la B anche in chiaro. La Lega prima accetta (e il bando appare sul sito), poi fa retromarcia per il disappunto di Bogarelli. E i diritti della B vanno a Sky”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.