“La pagella di Albert Einstein, un giorno, è saltata fuori da chissà quale archivio. Il genio aveva due 4, un 3, per il resto tutti 5 e 6. Riflessione spontanea: non tutto si capisce dall’inizio. Centoventi anni dopo, la classe degli Under 23 starebbe bene anche a scuola, che tra un mese sarà finita in tutta Italia. Luoghi comuni: Rugani e Crisetig sarebbero i bravi ragazzi, Berardi e Benassi starebbero in banco insieme, Masina organizzerebbe scherzi all’ultimo banco. Tutte ipotesi perché la realtà sorprende. La pagella dei calciatori italiani di Serie A è una metafora, un modo per valutare la loro stagione e il futuro del calcio italiano, eppure qualcosa suggerisce. Primo: il 201516 ha stupito. Cataldi, Benassi e Berardi sono cresciuti meno di quanto ci si aspettasse, Pellegrini e Donnarumma sono spuntati dal sommerso e ora valgono (parecchi) milioni. Secondo: la generazione 1993 1999 non è scintillante ma resta interessante. Il biennio dei nati nel 1991 e nel 1992 resta spaziale: Insigne, Zaza, Florenzi, Gabbiadini, Saponara, Sansone, Destro, Jorginho, Borini, Soriano, Bertolacci, Verratti, El Shaarawy, Perin, Izzo, Baselli, Sportiello, Zappacosta, De Sciglio, tutti nati in 24 mesi. Sull’annata 1994 però si può costruire: Berardi e Bernardeschi a inventare, Cataldi e Benassi in mezzo, Rugani dietro. MIGLIORI E PEGGIORI Situazioni singole. Romagnoli ha bisogno di stabilità, di una squadra che lo protegga e di imparare. Se fosse una materia, «tecnica difensiva». Il Milan fin qui non lo ha aiutato. Crisetig e Cataldi sono stati penalizzati dai pochi minuti a disposizione (o dai pochi minuti che si sono guadagnati), un po’ come Rugani nel girone d’andata, che è il primo quadrimestre applicato al calcio. Gollini e Leali sono capitati in una classe difficile: hanno avuto voti rispettabili, ma Verona e Frosinone a tratti sono state ingestibili. Nel complesso i primi della classe sono stati Bernardeschi, Belotti e Donnarumma. «Berna» ha stupito tutti dall’inizio, «Gigio» è passato dalla Primavera a una candidatura in Nazionale, «Belo» ha segnato 11 gol nel girone di ritorno. Basta raddoppiare per due facile, le moltiplicazioni si fanno alle elementari per capire che impresa è stata. P.s.: ai tempi di Einstein il calcio era diverso e i voti anche. In Germania andavano da 1, il minimo, a 6, il massimo. Capito perché aveva tutti 5 e 6? Non tutto si capisce dall’inizio”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.