“Daniel e Matteo Ciofani erano tristissimi alla fine di FrosinonePalermo, la partita che ha mandato i ciociari virtualmente in B. Poi hanno dato uno sguardo al calendario e si sono ricordati che giocare contro il Milan a San Siro è il sogno di una vita. «Con quei colori è nata la passione per il calcio – dice il bomber Daniel —. È la prima squadra che ho visto. Van Basten è il primo giocatore che ho provato a imitare. Ma sono legato a una gara in particolare: il 40 contro il Barcellona nella finale di Champions del 1994. Non dimenticherò mai quello che fece papà, che abbracciò me dopo l’10, Matteo sul 20, mamma sul 30 e al 40 di Desailly ci abbracciammo tutti». Sì, perché la passione per il Milan nasce da lontano. Da nonno Giovanni, che da Cerchio (piccolo paese vicino ad Avezzano, in Abruzzo) emigrò in Venezuela dal 1953 al 1980. Papà Tonino si innamorò del Milan di Nils Liedholm a 6 anni, quando incontrò la squadra rossonera durante una tournée in Sudamerica e conobbe campioni come Trapattoni e Altafini. PASSIbONE Daniel e Matteo cominciarono a giocare a calcio nel cortile di nonno Giovanni, che era poliomielitico, ma non rinunciava mai ad allenare i nipoti. Daniel giocava con la maglia di Van Basten, Matteo con quella di Weah. «Adesso, però, la passione per i colori rossoneri è scemata – dice Matteo –. Da quando siamo in A papà Tonino segue solo noi». E oggi sarà a San Siro con la moglie Emilia e le fidanzate di Daniel e Matteo, Raffaella e Cecilia. «Ho dei ricordi fantastici del Milan – continua il terzino –. La finale di Champions contro la Juve è una delle più sofferte. E non dimenticherò mai la delusione per la sconfitta col Liverpool nel 2005». Dire che questa è la partita più importante della vita di Matteo non è un’utopia. «Quando giocavo in Lega Pro dissi che questo era il mio sogno nel cassetto. Spero di essere titolare. Possiamo anche vincere, perché questo Milan è in difficoltà. Forse alcuni di noi non giocheranno più a San Siro e dobbiamo onorare questa maglia fino alla fine». Gli fa eco Daniel, che crede ancora nell’impresa. «Dobbiamo rispettare i nostri tifosi che ci hanno sempre applaudito, anche dopo il k.o. col Palermo. Questa gente ha capito che siamo uomini veri». A CACCIA DEL BIS In gol all’andata (ma il Milan vinse 42 al Matusa), Daniel vuole ripetersi. «Ma non è stato quello il gol più importante dell’anno. A Verona col Chievo ho segnato su assist di Matteo. Era un altro nostro sogno e lo abbiamo realizzato». E a 270’ dal termine del campionato in casa Ciofani si cerca di non pensare a un ciclo che sta finendo, con l’addio quasi certo di Stellone. Purtroppo, però, a San Siro non ci sarà nonno Giovanni, scomparso nel 1999. «Mi dispiace molto – chiude Matteo –. Nonno era un grande tifoso, ma forse è meglio così. Se ci avesse visto contro il Milan, forse ci avrebbe rimesso le penne»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.