Gazzetta dello Sport: “Serie A, Higuain-Dybala. Chi è il più forte?”
“Napoli-Juve, anzi HiguainDybala. La nebbia si è alzata, il mucchio selvaggio prenatalizio si è disgregato. Il campionato lo hanno preso in mano due squadre e due argentini che nei rispettivi ruoli stanno scalando le classifiche. Higuain è già ai vertici della sua: Suarez, Lewandoski e il Pipita sono oggi i più forti centravanti del mondo. Dybala, l’altra sera allo Stadium, sembrava il replicante perfetto di Leo Messi, e tanto basta per inserirlo nella top five dei numeri dieci del momento. A Juve-Roma di domenica ha assistito il d.s. del Barcellona, seduto in tribuna accanto ad Antonio Conte. Forse l’uomo Barça era lì per Pogba, di sicuro si è accorto di Dybala. ALTA COMPATIBILITA’ Higuain è un numero nove e Dybala alla Juve è ritornato alla propria natura di dieci. Sembrano disegnati per giocare assieme. Sì, ma chi è più forte di me? Impossibile stabilirlo con certezza. La discriminante è l’età. Il Pipita a fine 2016 compirà 29 anni, lo juventino 23. Il primo viaggia al massimo ed è quasi al top di se stesso. Il secondo ha margini di crescita più ampi. NEL SOLCO DI BATI Higuain appartiene al genere dei centravanti di sfondamento, più Batistuta che Milito, per capirci. E’ forte e potente e punta la porta, anzi la carica. I gol – 21 in 21 giornate, impressionante – dicono molto, ma non tutto. Rispetto agli anni con Benitez, il Pipita è cambiato, Sarri l’ha convinto a spendersi nella fase del recupero palla. Si impegna di più nel pressing sui difendenti avversari e i numeri confermano: tra intercetti e contrasti ha riportato a casa 41 palloni, non pochi per il ruolo. E’ diventato il lupo capobranco del Napoli capolista. Il compagno a cui passa di più la palla è Hamsik – 59 tocchi dal Pipita per lo slovacco -, segno che l’argentino non sta là impalato a aspettare rifornimenti né si dedica in esclusiva alla profondità: Higuain viene incontro ai compagni, si offre come sponda per l’azione d’attacco. Insigne è il suo fornitore di fiducia, «Lorenzito» ha attivato Higuain per 114 volte: naturale che il giocatore più tecnico cerchi con maggiore frequenza il suo centravanti. Un’intesa naturale. Come Maradona con Careca nelle stagioni della Coppa Uefa e del secondo scudetto. Come Totti con Batistuta nell’annata dell’ultimo campionato vinto dai romanisti. Ogni centravanti ha bisogno di un fantasista che l’accenda. Higuain a Napoli è circondato da fiammiferi: Insigne, e poi Callejon, Hamsik, Jorginho. PAOLINO IL FREDDO Generazione playstation, Paulo Dybala ha piedi caldi e occhi glaciali. Tecnica e freddezza. Più dell’1-0 alla Roma rende l’idea lo stop del primo tempo, sul lancio di Bonucci: il fuoriclasse lo vedi da come addomestica la palla. Dodici gol, tutti di sinistro. Così Dybala capeggia la classifica dei tiri mancini dei cinque maggiori campionati europei: dietro di lui, lo spagnolo Lucas Perez del Deportivo La Coruña (11 reti di sinistro), poi Leo Messi del Barça e Ryad Mahrez del Leicester con 10. «Paolino» ha già cominciato a mettersi Messi alle spalle. L’impatto di Dybala sulla Juve è stato importante: prima di lui solo un altro giocatore aveva segnato più gol dopo 21 giornate nella sua prima stagione bianconera, Pietro Anastasi nel 1968-69 con 13. In più il ragazzo ha capito in fretta come si gioca di squadra: ha recuperato 80 palloni, 4 a partita, quando la media nel ruolo è inchiodata all’1,94. Attacca con creatività, difende con rapacità. Aperto il dibattito sulle somiglianze. Gli over 50 lo accostano a Omar Sivori, mito della storia bianconera. I più giovani puntano dritti su Leo Messi. Di certo Dybala va classificato alla voce numero dieci, gli anni da prima punta a Palermo sembrano già una parentesi. Il suo territorio di caccia e di creazione è la trequarti. In area entra quando è necessario, per rifinire l’opera. Singolare, ma non troppo, che il suo interlocutore preferito sia Pogba e non il centravanti. Al francese ha fin qui servito 56 palloni e ne ha ricevuti in cambio 51. Dialoghi tra illuminati. La cosa contraddice quanto scritto a proposito di Insigne e Higuain o forse evidenzia una scelta di gioco della Juve: Mandzukic sta lì per stressare fisicamente i centrali avversari e interagisce con Dybala il minimo sindacale. «Paolino» il freddo è già diventato il nuovo centro di gravità della Juve”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.